Gubbio, Stirati non si candida alle Provinciali: “Non occupo una poltrona a tutti i costi”

GUBBIO – Un’assenza abbastanza pesante, quella del sindaco Stirati dalle liste per le provinciali. Un’assenza che lui ha cercato di spiegare in una lunga e articolata nota. “”La mia assenza dalla lista dei Democratici e Riformisti per il rinnovo del Consiglio provinciale di Perugia scaturisce da una serie di valutazioni che ho condiviso con la maggioranza che mi sostiene”. Parla di “percorso surreale, contraddittorio e pasticciato della vicenda politico istituzionale delle province, un fatto che “ha condotto a questa seconda elezione indiretta senza un confronto alla luce del sole e in assenza di un qualsivoglia coinvolgimento dei cittadini e degli stessi consiglieri comunali – spiega Stirati -nonostante le sollecitazioni ricevute dal Presidente Mismetti, da dirigenti umbri del PD e dai colleghi uscenti, ho inteso scongiurare l’impressione di voler occupare comunque una posizione, sia pure scomoda e mortificante; nutro rispetto per l’impegno oneroso di cui si è fatto carico Mismetti, come me Sindaco già notevolmente gravato dall’attività del proprio comune, così come non contesto la scelta degli altri consiglieri provinciali di riproporsi. Credo tuttavia che ci sia una superiore necessità di non apparire in nessun caso “ceto politico” a sé stante e sempre più indiscriminatamente percepito con rancore e ostilità dalla pubblica opinione. La ventilata ipotesi di listone unico, tramontata solo negli ultimi giorni, ha ulteriormente rafforzato la mia decisione”.

“Nella precedente consultazione ho ricevuto un vasto consenso da numerosi consiglieri comunali di varie realtà territoriali; con questa mia scelta ho voluto mostrare rispetto nei loro confronti pur riaffermando, come è naturale, il mio impegno politico e di uomo delle istituzioni; registro in questo contesto la ennesima, grave insufficienza della politica, del PD in particolare il quale, come principale forza della coalizione riformista, si misura con tutti i passaggi politico- istituzionali in maniera autoreferenziale a fronte di un quadro politico umbro e nazionale per niente confortante. E’ tempo che la sinistra ed il campo di appartenenza delle forze progressiste – conclude Stirati – intraprendano una iniziativa politica e programmatica volta a rigenerare e rilanciare un progetto per l’Umbria e per l’Italia che sia fondato su un nuovo patto con la società civile, recuperando credibilità e capacità di interpretare e rappresentare i ceti sociali più deboli, i giovani, una aggiornata declinazione dell’uguaglianza e dei diritti, l’impresa che investe in ricerca e innovazione e crea occupazione non precaria, una formazione egualitaria di eccellenza che sia proiettata fino al più alto livello dei saperi, un’idea di sviluppo sostenibile in seno al quale ambiente, cultura, turismo siano fondamento della qualità della vita e delle opportunità di crescita socio-economica”.

 “Guai a rinserrarsi nel conservatorismo ideologico – prosegue Stirati – C’è tuttavia un imperativo ineludibile: anche una sinistra moderna deve avere un’anima e rispondere positivamente ad una assunzione di responsabilità nei confronti degli sconfitti e dei perdenti della globalizzazione, evitando che siano risucchiati dal populismo del lepenismo padano di Salvini o dell’antipolitica grillina e trasformando il risentimento che divora la politica in una appassionante e inedita riconquista di emancipazione sociale”.

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