I Contratti di fiume entrano nel “Collegato ambientale”, Bastiani: “Coronamento di un percorso”

PERUGIA – Si è concluso un lungo percorso, iniziato nel 2007 in Umbria. I Contratti di fiume, uno strumento che concorre a definire e ad attuare la pianificazione del distretto idrografico, entra ufficialmente nel Collegato Ambientale alla Legge di Stabilità 2014, diventato legge con il sì definitivo della Camera. Con questo documento si promuovono anche la Green economy e si vanno a modificare alcuni articoli del “Codice dell’Ambiente”.  Sul fronte della lotta al dissesto idrogeologico, le novità riguardano il riordino dei Distretti Idrografici italiani e importante è proprio l’introduzione dei Contratti di fiume quali strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata che perseguono la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali.

Soddisfatto il coordinatore del Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume, l’architetto Massimo Bastiani. “Si tratta di un grande successo per la comunità dei contratti di fiume”, spiega Bastiani. L’iniziativa è nata dal basso, con il primo incontro del Tavolo svoltosi nel 2007 ad Umbertide. “Nel 2015 – continua Bastiani – sono già tredici le Regioni che hanno scelto di adottare i contratti di fiume nel loro territorio. L’approvazione dell’articolo di legge  darà certamente un nuovo impulso alla loro diffusione”. La gestione “pattizia” dei beni collettivi è per l’Italia un’alternativa al perdurare del rischio idrogeologico e al degrado del territorio. “Rappresentano – conclude Bastiani – una spinta dal basso pacifica e democratica, una ri-assunzione di responsabilità collettiva”.

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