Lavoro, Umbria ai primi posti per la formazione ma va male a livello economico

PERUGIA – L’Umbria è ai primi posti in Italia per livelli di istruzione e formazione dei suoi cittadini. In particolare, la regione si distingue per la percentuale di persone di 30-34 anni che hanno conseguito un titolo universitario e di persone di 25-64 che hanno completato almeno la scuola secondaria di II grado: in entrambi i casi siamo nelle prime tre posizioni a livello nazionale. “Si tratta di un dato molto significativo – dice Vasco Cajarelli, della segreteria regionale Cgil – che però non trova poi sbocco nel mercato del lavoro, soprattutto per i giovani. Infatti, cresce la disoccupazione giovanile, specie quella caratterizzata da un livello di istruzione medio-alto. Ciò non stupisce, visto che l’Umbria risulta molto indietro sul versante della Ricerca e Sviluppo, a causa degli scarsi investimenti privati. Così, mentre le famiglie umbre investono nella conoscenza dei propri figli, l’orientamento alla ricerca da parte delle imprese umbre è tra i più bassi d’Italia. Conseguenza diretta di queso provincialismo imprenditoriale è il livello molto basso di export, nettamente al di sotto della media nazionale, che peraltro sarebbe ancora più basso se non ci fossero le acciaierie ternane e poche altre grandi imprese internazionalizzate”.
“Nel frattempo, crescono in maniera preoccupante il disagio economico e il rischio povertà, mentre crolla il Pil procapite che nel 2014 ha toccato il suo minimo storico. Il risultato è un arretramento pesante dell’Umbria verso le posizioni del Meridione, sempre più lontana dagli standard del Centronord. Questi dati, contenuti nel recente rapporto economico e sociale dell’Aur, ci descrivono una regione dalle elevate potenzialità, con un alto tasso di formazione e preparazione dei suoi giovani, che subisce però gli effetti della crisi (ma ormai è più corretto parlare di un cambiamento strutturale di equilibri) in maniera ben più forte di quasi tutte le altre regioni italiane, comprese anche quelle del Sud.  Ebbene, è a partire da questa evidente contraddizione che va ricostruito un progetto di governo dell’Umbria, con una classe dirigente che sia davvero in grado di valorizzare le straordinarie potenzialità che esistono. Finché i nostri giovani continueranno a studiare senza trovare sbocchi per costruirsi un futuro dignitoso, il destino di questa regione sarà purtroppo segnato”.

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