L’omaggio ad Andrea Camilleri. Al Gallenga studiosi, intellettuali, giornalisti e studenti da tutta Italia

PERUGIA – “Camilleri ha dedicato la vita alla cultura, all’insegnamento e alla scrittura, dietro il successo raggiunto a settant’anni, c’è una storia ininterrotta di letture e una convivenza con il testo letterario, spiegato e comunicato a generazioni di studenti, che dopo aver frequentato con lui l’Accademia di Arte Drammatica di Roma, hanno spesso intrapreso strade importanti nel campo del cinema, della televisione, ma anche della narrativa e della scrittura teatrale”. È questo il ricordo commosso che ha espresso in apertura della giornata dedicata ad Andrea Camilleri, in aula magna, il prof. Giovanni Capecchi, docente di Letteratura italiana all’università per Stranieri di Perugia, insieme, a Daniele Piccini, direttore del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell’Università per Stranieri di Perugia.

“Quella di oggi – ha sottolineato il prof. Daniele Piccini, nella doppia veste di direttore del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali e di studioso dell’opera di Camilleri – è un’intensa giornata di studi offerti ad un grande personaggio di questo secolo. Il nostro ateneo ha voluto rendere omaggio ad uno scrittore che ha costantemente riflettuto sulle tematiche dell’accoglienza e dell’incontro tra culture diverse, sia attraverso i racconti che hanno come protagonista il commissario Salvo Montalbano, sia con i romanzi storici e civili o i saggi narrativi”.

Studiosi, giornalisti, e intellettuali, da ogni parte d’Italia, hanno ricordato la figura dello scrittore siciliano. Tra gli ospiti erano presenti anche Rosetta Dello Siesto, la moglie di Camilleri, la sua assistente Valentina Alferj insieme a tutta la famiglia dello scrittore siciliano.

Nella prima parte dell’incontro molti sono stati numerosi i ricordi-omaggio che hanno passato in rassegna i vari aspetti della scrittura di Camilleri: dai “Quaderni camilleriani”, al Seicento Camilleriano ampiamente dibattuto dal prof. Marino Biondi fino alle poesie e alla sceneggiatura del commissario Montalbano televisivo, per arrivare al rapporto tra Camilleri e i suoi lettori e all’effetto Camilleri sui mass media nel giorno della sua scomparsa.

“Le sue pagine – ha detto nel suo intervento il prof Marino Biondi dell’Università di Firenze – appartengono alla cultura del Mediterraneo, mare di incontri e di incroci culturali. Spesso attraverso il ricorso all’ironia e alla leggerezza, Camilleri non ha mai smesso di confrontarsi con alcuni momenti nodali nella storia della Sicilia e dell’Italia – dal Seicento all’Ottocento post-unitario fino al ventennio fascista – e non ha interrotto la riflessione sull’Italia del presente, facendo assumere alle sue pagine un costante rilievo civile. Camilleri ha inventato una lingua, basata sull’italiano, ma con parole ed espressioni dialettali, in parte vere e in alcuni casi rielaborate con la fantasia, del presente ma anche del passato: e proprio questa lingua “mescidata” è divenuta uno dei punti di forza della sua scrittura. Siamo di fronte – continua – ad uno scrittore che ha contribuito, con il successo di pubblico raggiunto, a far nascere nuove esperienze narrative, soprattutto nell’ambito del “giallo” e del poliziesco, e ha svolto la funzione di “promotore della lettura”, citando, in molte sue pagine, libri di altri”.

Per la studiosa dell’Università di Macerata Costanza Geddes di Filicaia “Camilleri ha fatto nascere, intorno a sé, un vero e proprio laboratorio internazionale sulla traduzione, ha saputo trasportare le sue storie in una lingua diversa dall’italiana che è divenuto un dibattito internazionale tra scrittori, studiosi, e lettori da ogni parte del mondo”.