Ludopatia, rinviata la proposta di legge della Casciariche esprime “disappunto”

PERUGIA – La conferenza dei capigruppo di Palazzo Cesaroni, riunitasi all’inizio della seduta, ha deciso di rinviare l’atto sulla ludopatia, la proposta di legge della consigliera Carla Casciari (Pd) su “Ulteriori modificazioni della legge regionale 21/2014  Norme per la prevenzione, il contrasto e la riduzione del rischio della dipendenza da gioco d’azzardo patologico”. La nuova normativa stabilisce “l’equiparazione tra le sale da gioco e le sale scommesse, sottoponendo anche queste ultime ai limiti previsti relativamente alla distanza di 500 metri da luoghi sensibili come scuole e centri di aggregazione giovanili”. La richiesta di rinvio della trattazione della proposta di legge era stata avanzata dalla delegazione Sapar (Servizi pubbliche attrazioni ricreative)-Umbria, per consentire un confronto con i soggetti economici direttamente interessati.

Decisione che la stessa Casciari non ha preso bene: “Esprimo tutto il mio disappunto nell’apprendere che la Conferenza dei capigruppo ha deciso di rinviare la discussione della mia proposta di modifica della legge regionale ’21/2014′ relativa alle ‘Norme per la prevenzione, il contrasto e la riduzione del
rischio della dipendenza da gioco d’azzardo patologico’”. “Il tutto soprattutto perché questo atto, votato in Terza commissione, è passato con solo due astenuti. Rinviare la sua votazione, perché solo ora
è arrivata una lettera di richiesta di un confronto da parte di una associazione di gestori, non lo ritengo etico proprio perché l’Umbria è stata una delle prime Regioni a deliberare una legge sulla ludopatia”.

“La proposta di legge – spiega Casciari – è volta ad equiparare le nuove sale scommesse, oggi autorizzate solo dalle Questure con i requisiti del Testo unico di Pubblica sicurezza, alle sale da gioco, in particolare per quanto riguarda la distanza da luoghi sensibili, dopo che la giurisprudenza ha decretato la loro pericolosità per la salute pubblica. Nell’ultimo rapporto Epidemiologico sul ‘Gioco d’azzardo patologico nella regione Umbria’, redatto dall’Osservatorio regionale delle dipendenze – aggiunge -, emerge che nel 2014 il 39,7 per cento della popolazione studentesca, di età compresa tra i 15 ed i 19 anni, gioca soldi. Il 7,6  di coloro che lo fanno presentano un comportamento problematico e l’11,3 un elevato rischio di
comportamento problematico. Se si analizza la popolazione in generale, di età compresa tra i 15 e i 64 anni, il profilo di gioco problematico in Umbria riguarda il 5,6 percento delle persone, contro il 5,4 della media nazionale”.

“Sono circa 10mila – rileva Casciari – gli umbri con un profilo di gioco problematico che dovrebbero essere raggiunti da iniziative di prevenzione o servizi di trattamento. Ed infatti dal 2013 al 2015 le persone che hanno avuto bisogno di essere seguite dai servizi per le dipendenze sono raddoppiate: da 189 prese in carico nel 2013 a 357 del 2015. Il rapporto, infine, sottolinea che solo nel 2013 gli umbri hanno speso per giochi autorizzati dai monopoli circa 236 milioni di euro pari a circa 246 euro pro capite. Abbiamo in essere – conclude – delle situazioni critiche, come quella dell’apertura di una sala giochi a Porta Pesa a Perugia, in un contesto nel quale incidono circa mille studenti e le loro famiglie”.

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