Nocera Umbra, l’appello di Recchioni: “Serve un patto per la fascia appenninica”

NOCERA UMBRA – “Sempre più nero”. Così Luciano Recchioni, per i delegati Fiom Cgil della Jp Industries, vede il futuro dei lavoratori dell’azienda dell’elettrodomestico. “Dopo la sentenza della Cassazione che per 4 anni ha tenuto in scacco la possibile ripartenza produttiva  della ex A. MERLONI, anche se con numeri irrisori rispetto al passato attraverso la J.P industries, dal gennaio 2016 abbiamo pensato ad una svolta positiva, che nel giro di 2 anni, i 700 , tra operai ed impiegati potessero finalmente tornare ad un lavoro. Siamo purtroppo ad ottobre 2016 – spiega Recchioni – e le incertezze di prima sono tutte ancora sul tavolo anzi, anche peggiorate visto che il perdurare di questa situazione, nel mese di luglio, aveva fatto prendere alla proprietà la decisione di mettere in mobilità 400 persone,  ritirate dopo un incontro infuocato con i sindacati ma  a nostro giudizio tale decisioni, se le cose rimangono così,  sono state solo rimandate”.

“Come una candela, pertanto ci stiamo spegnendo, alternative per i numeri della MERLONI,   non ci sono ne sulla fascia appenninica ne tanto meno al di fuori a causa dell’età e le scarse  professionalità di ogni singolo lavoratore. In questi anni non possiamo comunque dire che di cose non sono state fatte, purtroppo non stanno dando l’esito sperato, vedi accordo di programma, ed il sostegno alla famiglia Porcarelli.  Pensiamo, sempre che non sia troppo tardi , che è giunto il momento di cambiare passo,  la riqualificazione attuata dalla REGIONE UMBRIA nell’area ex A. MERLONI , per come è stata fatta, non garantisce nè sviluppo della fascia  nè tantomeno rioccupazione degli ex lavoratori. La J.P industries, tra poca fiducia nella proprietà , tra un territorio disagiato ed infine con un piano industriale non all’altezza, chi doveva dare risposte  ha  trovato sempre un cavillo per non creare i presupposti per farla accedere al credito o a  mutui”.

“In considerazione infine che su questo territorio  per quanto disagiato come qualcuno afferma,  siamo a conoscenza che degli investitori ci sono, invitiamo pertanto alle istituzioni locali  a trovare un momento con le organizzazioni sindacali,  per formulare un documento che potrebbe  definirsi  “patto per il territorio della fascia appenninica”,  da portare  alla visione per poi  condividere e sottoscrivere con la REGIONE UMBRIA. Solo attraverso una unità di intenti  questo territorio può rimettersi in marcia e da questo luogo, spesso ignorato dai più, potrebbe partire il progetto” L’ ITALIA DI MEZZO” che vede coinvolte le regioni di UMBRIA- MARCHE e TOSCANA”.

 

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