Norcia, Liberati (M5S) all’attacco: “Condividere il progetto del villaggio Cellini di Castelluccio”

NORCIA – “La politica rilancia il progetto di un transitorio villaggio-deltaplano a firma del professor Francesco Cellini. Tali strutture, fortemente volute da Governo, Giunta Marini e Gruppo Nestlè, dovrebbero teoricamente ospitare gli ambienti commerciali e produttivi di Castelluccio di Norcia, danneggiati dal sisma quasi un anno fa. Peccato che se ne sappia poco o nulla; andando online si scoprirebbe che le informazioni che non ci sono, se si eccettua un video di 16 secondi sul sito della Nestlè
e un altro di 1’22” per l’intervista a Cellini”. È quanto dichiara il capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati.

Per Liberati, visto che “la fase dell’emergenza ha rivelato finora grandissime falle, e di ricostruzione nemmeno a parlarne, sarebbe bene che la Regione Umbria costruisca e largamente condivida simili progetti. Inoltre, vista la vocazione internazionale di Castelluccio, bisogna coinvolgere cittadini, istituzioni, associazioni e urbanisti. Quindi, subito dopo, si agisca, anzitutto per far ripartire la vita economica dei produttori locali. D’altronde, stando alle parole pronunciate nel video dall’archistar,
‘costruire in un posto naturalisticamente così bello è difficilissimo, però cercheremo di fare il nostro meglio’. A maggior ragione occorrerebbe partecipare veramente certe idee, evitando le ovvie polemiche conseguenti a piani calati dall’alto: trasparenza e solerzia possono e devono procedere congiuntamente. Tuttavia è passato quasi un anno e siamo ancora alle parole, con un quid di fumosità che non ci aspettavamo, visto il silenzio su dimensioni, materiali e altro. Dettagli cruciali per consentire un’esperienza davvero autentica al visitatore in una zona particolarmente pregiata d’Italia. Il cronoprogramma pare altresì deficitario, ma forse consentirà qualche riflessione aggiuntiva”.

“Nel cratere – prosegue Liberati – i problemi si accumulano, dimostrando che la catena di comando post sisma si è inceppata da un pezzo, ostaggio di burocrati e variopinti affaristi: mancano le casette, eppure impazzano le solite storie di appalti e subappalti all’italiana, nell’afonia totale della politica, silente anche quando è stato dimostrato che a realizzarle non sono intervenute aziende del settore, ma gestori dei rifiuti, privi di adeguati titoli. La catena di comando si è inceppata nel pagamento regolare dei
contributi per l’autonoma sistemazione, nel pagamento regolare degli alberghi che ospitano sfollati, nel pagamento dell’una tantum per le aziende danneggiate, nella rifusione del cosiddetto ‘danno indiretto’, nel tardivo lavoro per la riapertura di strade che vedono isolate ancora, a distanza di un anno, tante zone tra Umbria e Marche. E nella speranza che la direttrice per Castelluccio sia una messa in sicurezza vera”.

“Se la politica recuperasse tensione morale e concretezza – conclude Liberati -, il domani sarebbe a portata di mano e tanti non si sentirebbero abbandonati. Forse la fase dell’emergenza sarebbe pure superata. Magari la stessa Castelluccio potrebbe guardare con entusiasmo al futuro, senza passare
per una stagione di villaggi temporanei prontissimi a restare definitivi, perché la fase di transizione, in queste condizioni, sarà inevitabilmente una stagione molto lunga, chiudendosi soltanto tra un decennio o due”.

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