Perugia, al via l’ultimo dei tre progetti per l’accompagnamento alla vita autonoma degli affetti da autismo

PERUGIA – Ha preso il via l’ultimo dei progetti del piano della non autosufficienza che riguarda l’accompagnamento alla vita autonoma per soggetti maggiorenni con diagnosi di disturbo dello Spettro Autistico residenti nel territorio del Comune di Perugia in collaborazione con la AUSL Umbria 1. Il progetto prevede interventi psicoeducativi sulle abilità di base, relazionali e comunicative nonché lavorative, in contesti abitativi extrafamiliari e nei contesti sociali della città in unottica di incremento delle autonomie personali e sociali dei singoli individui e di supporto alla famiglia per una significativa riduzione del carico assistenziale.

Questo traguardo si inserisce in un progetto di più ampio respiro per limpiego delle risorse provenienti dal Fondo per la Non Autosufficienza, il cui utilizzo è stato approvato con Delibera di Giunta Comunale n.197 del 08.06.2016 e che ha visto la realizzazione di altre importanti azioni nellArea degli anziani non autosufficienti ed in quella degli adulti non autosufficienti.

Nel primo ambito due sono stati i sotto-interventi”:

il primo un laboratorio di stimolazione cognitivarivolto a soggetti anziani con decadimento cognitivo lieve o moderato con lo scopo di mantenere e ove possibile migliorare le performance cognitive e le abilità psico-fisiche, il livello di autostima e contrastare così la tendenza allisolamento;

il secondo ha previsto invece la concessione di contributi una tantum a rimborso del costo sostenuto per il pagamento della retribuzione di unassistente familiare ed il cui bando sarà disponibile a breve.

Per quanto riguarda invece il secondo ambito di azione, ovvero quello degli adulti non autosufficienti, oltre per lappunto lattivazione dei due percorsi di vita autonoma per due giovani affetti da autismo, c’è stata anche la realizzazione di un Laboratorio per linclusionecon il coinvolgimento e la collaborazione delle Associazioni di volontariato di familiari disabili.

Questo con lobiettivo di favorire lintegrazione della persona in piccoli gruppi, con la costruzione di legami sociali importanti e significativi per una migliore qualità di vita e con lo scopo di fornire un ambiente creativo e sereno in cui apprendere e sviluppare competenze e abilità comunicative e relazionali, il tutto in condivisione con le famiglie al fine di migliorare anche le modalità educative e di gestione.

Insomma un altro importante tassello, frutto della collaborazione e della cooperazione tra i vari livelli, Asl, Amministrazione comunale e Associazioni di famiglie, che si va ad inserire nel difficile percorso di potenziamento degli interventi a favore della domiciliarità e della sperimentazione di progetti di vita indipendente.

Temi sempre più rilevanti e centrali nellambito sociale e nellagenda politica nazionale che guarda con grande interesse lo sviluppo della cultura della disabilità vista come potenziamento delle abilità possibili delle persone disabili e non solo come sostegno alle abilità residue.

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