Perugia, effetto Toscani: sale l’interesse per l’ingegnere-architetto

PERUGIA – L’effetto Oliviero Toscani sulle matricole non si è fatto attendere. Con la sua travolgente lezione “la ricerca del consenso produce inevitabilmente mediocrità”, tenuta alla Sala dei Notari, sembra aver smosso le coscienze fra gli aspiranti progettisti. E proprio per questo sono stati in tanti a chiedere informazioni sul corso di laurea in Ingegneria edile-Architettura, che con i suoi oltre 400 iscritti, rappresenta un fiore all’occhiello nell’ambito dell’offerta didattica del Dipartimento di Ingegneria civile e ambientale, fondato sull’eccellenza e volto all’eccellenza. Ma con la crisi che corre sul campo, perché mai un neodiplomato dovrebbe iscriversi a Ingegneria edile-Architettura? A spiegarlo è lo stesso direttore del Dipartimento, il professor Annibale Luigi Materazzi.

«Prima di tutto – sottolinea – perché il corso, che coniuga l’approccio tecnico-scientifico con quello storico-critico, garantisce una formazione avanzata, organica e completa nel campo della progettazione architettonica e ingegneristica. Poi perché i nostri laureati conseguono un titolo di studio riconosciuto a livello europeo (con la possibilità di esercitare la propria professione in tutti gli Stati membri dell’Unione) e polivalente in quanto consente di iscriversi sia all’Ordine degli Ingegneri sia a quello degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (ovviamente previo superamento del relativo esame di stato). Ma anche e, soprattutto, perché tutti i nostri laureati (ormai più di 170) lavorano con piena soddisfazione. La gran parte in Umbria, ma molti anche in Europa: dallo studio viennese di Coop Himmelb(l)au allo studio londinese di Michael Hopkins fino allo studio berlinese di Heliopolis 21».

Il legame con il territorio è solido?

«Assolutamente sì. Il corso di laurea, che è stato istituito grazie al finanziamento garantito in più convenzioni dalle locali Fondazione Cassa di Risparmio, Ance e Confindustria (ma anche con i principali enti operanti in Umbria), nell’ambito dei laboratori sviluppa temi che riguardano questioni di interesse territoriale, che poi vengono presentati pubblicamente dagli studenti».

Un corso di laurea con molte attività laboratoriali. Come si svolgono?

«Le attività sono assistite da tutor esterni selezionati e da docenti di altri atenei come lo sono stati Franco Purini e Aurora Scotti. Abbiamo anche avuto l’onore di avere tra i docenti l’ex soprintendente regionale Francesco Scoppola e un architetto di fama come Pietro Carlo Pellegrini».

Tutti possono iscriversi?

«Il corso è ad accesso programmato. Occorre superare l’ammissione di una prova (fissata per l’8 settembre) che si svolge, contemporaneamente, in tutte le sedi che ospitano corsi per architetto. Ma chi vuole partecipare deve affrettarsi, perché le iscrizioni avranno termine il 26 luglio».

Effetto Toscani: sale l’interesse per l’ingegnere-architetto

Il professor Materazzi: i nostri laureati trovano subito occupazione

Le iscrizioni per superare l’ammissione al corso entro il 26 luglio

COMUNICATO STAMPA

Perugia, 17 luglio 2016 – L’effetto Oliviero Toscani sulle matricole non si è fatto attendere. Con la sua travolgente lezione “la ricerca del consenso produce inevitabilmente mediocrità”, tenuta alla Sala dei Notari, sembra aver smosso le coscienze fra gli aspiranti progettisti. E proprio per questo sono stati in tanti a chiedere informazioni sul corso di laurea in Ingegneria edile-Architettura, che con i suoi oltre 400 iscritti, rappresenta un fiore all’occhiello nell’ambito dell’offerta didattica del Dipartimento di Ingegneria civile e ambientale, fondato sull’eccellenza e volto all’eccellenza. Ma con la crisi che corre sul campo, perché mai un neodiplomato dovrebbe iscriversi a Ingegneria edile-Architettura? A spiegarlo è lo stesso direttore del Dipartimento, il professor Annibale Luigi Materazzi.

«Prima di tutto – sottolinea – perché il corso, che coniuga l’approccio tecnico-scientifico con quello storico-critico, garantisce una formazione avanzata, organica e completa nel campo della progettazione architettonica e ingegneristica. Poi perché i nostri laureati conseguono un titolo di studio riconosciuto a livello europeo (con la possibilità di esercitare la propria professione in tutti gli Stati membri dell’Unione) e polivalente in quanto consente di iscriversi sia all’Ordine degli Ingegneri sia a quello degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (ovviamente previo superamento del relativo esame di stato). Ma anche e, soprattutto, perché tutti i nostri laureati (ormai più di 170) lavorano con piena soddisfazione. La gran parte in Umbria, ma molti anche in Europa: dallo studio viennese di Coop Himmelb(l)au allo studio londinese di Michael Hopkins fino allo studio berlinese di Heliopolis 21».

Il legame con il territorio è solido?

«Assolutamente sì. Il corso di laurea, che è stato istituito grazie al finanziamento garantito in più convenzioni dalle locali Fondazione Cassa di Risparmio, Ance e Confindustria (ma anche con i principali enti operanti in Umbria), nell’ambito dei laboratori sviluppa temi che riguardano questioni di interesse territoriale, che poi vengono presentati pubblicamente dagli studenti».

Un corso di laurea con molte attività laboratoriali. Come si svolgono?

«Le attività sono assistite da tutor esterni selezionati e da docenti di altri atenei come lo sono stati Franco Purini e Aurora Scotti. Abbiamo anche avuto l’onore di avere tra i docenti l’ex soprintendente regionale Francesco Scoppola e un architetto di fama come Pietro Carlo Pellegrini».

Tutti possono iscriversi?

«Il corso è ad accesso programmato. Occorre superare l’ammissione di una prova (fissata per l’8 settembre) che si svolge, contemporaneamente, in tutte le sedi che ospitano corsi per architetto. Ma chi vuole partecipare deve affrettarsi, perché le iscrizioni avranno termine il 26 luglio».

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