Perugia, i Magi arrivano anche nella Cattedrale di San Lorenzo

PERUGIA – Il freddo gelido che ha avvolto anche Perugia il giorno dell’Epifania, non ha impedito ai Re Magi di arrivare nella cattedrale di San Lorenzo per adorare il Bambinello e portargli i doni.  Ad accogliere il corteo di settanta figuranti in costume d’epoca, giunto dalle parrocchie dell’Unità pastorale di Ponte San Giovanni, c’erano il cardinale Gualtiero Bassetti, l’arcivescovo emerito Giuseppe Chiaretti e il sindaco Andrea Romizi. Quest’anno la tradizionale Sacra rappresentazione dell’arrivo dei Re Magi in cattedrale è stata animata dalla compagnia teatrale “Angeli Custodi” dell’Oratorio di Ospedalicchio; oltre una ventina di “attori” con le loro famiglie che hanno mandato in scena, davanti all’altare maggiore di San Lorenzo, la commedia atto unico dal titolo: “Seguiamo insieme quella Stella – Sarà ancora Natale”.

«E’ stata una bellissima rappresentazione teatrale sul Natale, una vera opera d’arte – ha commentato il cardinale Bassetti – per come è stata condotta e molto umana, con un Padreterno che ascoltava e aveva costituito persino un sindacato in Paradiso per rendersi conto della situazione degli uomini sulla terra… Un Dio che si arrabbiava perché le cose non andavano bene e perché Pietro aveva detto agli angeli alcune cose che non doveva rivelare… Pietro un po’ si scusava. Davanti a noi c’era un Dio molto antropologico, simile agli uomini e degli angeli un po’ televisivi nel portare tutte le notizie negative. I santi, che facevano parte del sindacato, difendevano gli uomini per rimediare a tutto il male che è nel mondo… Il Padreterno si arrabbiava, ma poi ci ripensava e diceva: “L’unico modo per salvare questo mondo è il Natale”. Questo – ha evidenziato il porporato – è il messaggio che i ragazzi dell’Oratorio di Ospedalicchio hanno voluto diffondere a tutta la città di Perugia attraverso la loro originale rappresentazione dell’arrivo dei Magi». A illustrare la realizzazione di questa rappresentazione «un po’ particolare e in chiave comica», è stato il coordinatore dell’Oratorio, Francesco Vitale: «Tutto inizia con una storia fantasiosa del Paradiso. Del resto anche Dio con noi esseri umani è stato fantasioso, se si pensa a come ha disegnato il mondo per noi, in modo che tutti possono stare bene».

«Nella nostra commedia, Dio, la Madonna, Gesù e san Pietro – ha spiegato Francesco – discutono dei problemi della terra di tutti i giorni, mentre un comitato di santi capitanato da padre Pio, dove ci sono san Gennaro, santa Caterina, santa Rita, san Giovanni Paolo II, madre Teresa di Calcutta…, porta al Signore tutte le lamentele degli esseri umani, soprattutto quella che gli uomini non vedono più Dio, ma il Signore alla fine usa la sua grande misericordia. E quando Pietro propone di mandare Gesù sulla terra, il Padreterno è restio e non lo vuole inviare come bambino ma, per mettere alla prova gli uomini, come barbone. Una scelta difficile che mette in difficoltà Dio stesso, un po’ come accade a noi uomini dinanzi a scelte impegnative. Poi Dio sogna questo barbone mandato sulla terra che viene derubato da due ladroni. Ma quando si sveglia decide di inviare Gesù come un bambino, che nasce in una grotta con la Madonna e san Giuseppe, vicino al bue e all’asinello, e arrivano i Re Magi, i protagonisti di tutta la rappresentazione che portano i doni a Gesù e lo fanno in un modo maestoso».

«Tutto questo noi dell’Oratorio di Ospedalicchio – ha sottolineato ancora Francesco – l’abbiamo fatto con molta umiltà non essendo attori, cantanti, registi…, ma come servizio perché sappiamo che i bambini hanno bisogno di essere coinvolti anche in modo diverso, con una rappresentazione teatrale in tutto quello che è Gesù. Non è stato facile mandare in scena numerosi personaggi e la maggior parte bambini. E’ il risultato quello che conta, cioè riuscire ad indirizzare i ragazzi verso qualcosa di diverso. Personalmente, come coordinatore dell’Oratorio, trovo questo lavoro un’opportunità per tanti ragazzi di fare cose anche educative. Tant’è vero che quando si iniziavano le prove, la regola era quella di spegnere i cellulari e di non distrarsi. Questo per insegnare loro, inclusi i bambini del dopo cresima, di essere obbedienti e di ricevere gli insegnamenti che ti aiutano a crescere, come è stato per Gesù nei confronti del Padre».

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