Perugia, il Comune adegua il Prg al testo unico regionale

PERUGIA –  La Giunta comunale, su proposta dell’assessore Emanuele Prisco, ha approvato la preconsiliare concernente l’adeguamento al PRG, parte strutturale ed operativa, in attuazione di quanto stabilito dall’art. 263 della legge regionale 1/2015, con conseguente adozione della variante e le misure per la semplificazione del piano stesso, finalizzate anche ad una maggiore accessibilità da parte degli utenti ed alla digitalizzazione completa dello stesso.

In particolare la legge citata, ossia il “Testo unico governo del territorio e materie correlate”, ha riordinato la materia urbanistico-edilizia, introducendo significative semplificazioni procedimentali, prescrive di definire al meglio gli ambiti applicativi della parte operativa e strutturale del piano. “L’occasione – ha detto l’assessore Prisco – rappresenta per il Comune di Perugia l’avvio di una prima fase di un processo di riforma e aggiornamento del PRG che risponda alle nuove esigenze della città, con attenzione alla riduzione del consumo di suolo, in una chiave di regole certe che minimizzino i margini interpretativi delle stesse. L’altro obiettivo, oltre a rendere più accessibile la lettura del Piano, è quello di renderlo meglio consultabile tramite sistema informatico territoriale, grazie alle risorse dell’agenda urbana”.

La revisione non interviene, in alcun modo, su nuove e diverse previsioni urbanistiche né saranno ammesse – in questa fase – richieste di destinazione d’uso diverse dalle attuali. Le modifiche riguardano sia le cartografie che il TUNA. Per quanto riguarda l’apparato cartografico si riferiscono alle tavole, sia di parte strutturale che di parte operativa, che da qui in avanti tutte saranno omogeneizzate e rese in un unica scala 1:5000 e saranno limitate al numero di 15 tavole di strutturale e 15 di operativo.

Viene poi semplificata la legenda delle diverse classificazioni strutturali in macro aree: insediativo e dei servizi, paesaggistico ed ambientale, delle infrastrutture e della mobilità. Le voci del sistema insediativo risultano notevolmente ridotte grazie all’accorpamento di alcune di esse: rispetto alle 15 precedenti, oggi ne rimangono solo sei, ossia ambito dei centri storici, gli insediamenti di interesse storico-ambientale, ambito prevalentemente residenziale, ambito prevalentemente per attività, ambito per le attrezzature di interesse territoriale e zone cimiteriali. Si determina quindi una riduzione sensibile delle macroaree, determinando una netta distinzione tra territorio urbano ed extraurbano superando così alcune ambiguità del passato.

Viene anche razionalizzato il testo del TUNA. Le quattro parti di cui si componeva in precedenza vengono ridotte a tre ossia: generalità, disciplina strutturale del territorio, disciplina operativa degli insediamenti. Le principali novità tecniche riguardano l’inserimento di un nuovo articolo “Gestione del prg”, che descrive puntualmente gli ambiti di competenza della parte strutturale e di quella operativa. Si definiscono inoltre alcune norme per favorire i recuperi del patrimonio edilizio esistente nelle zone Ac.fi, che in precedenza avevano un contenuto strutturale, e che assumono ora un contenuto di natura operativa (quindi con modalità attuative più semplificate), norme per favorire l’eliminazione dei detrattori ambientali e il decongestionamento di aree sovradimensionate o di difficile attuazione ad alcune stringenti condizioni, norme che favoriscono l’utilizzo di cubature esistenti soprattutto in ambito residenziale (principio della “Volumetria Zero”). In quest’ottica vengono anche meglio salvaguardate alcune zone dell’ambito urbano che diventano dei veri e propri “corridoi ecologici”.

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