Perugia, il Comune si riprende la gestione delle strutture sportive

PERUGIA – Il Comune si riprende la gestione diretta delle strutture sportive. L’annuncio dal Partito democratico, che parla di “fallimentare scelta politica e gestionale dell’affidamento degli impianti sportivi alla Kronogest, che costringe la giunta Romizi ad allinearsi alle istanze fin da subito denunciate dal Partito Democratico e presenta al vaglio della commissione, con iter forzato da tempi strettissimi, la decisione di adottare per le strutture del Palasport Evangelisti, Palazzetto Pellini e stadio Santa Giuliana una gestione diretta da parte dei competenti uffici comunali”.

“Il tutto necessariamente accompagnato da una modifica ad hoc del Regolamento sulle modalità di affidamento degli impianti sportivi di proprietà del Comune di Perugia che ad oggi prevede quale unica modalità di gestione quella della concessione a terzi, escludendo il modello della conduzione diretta e dalla necessità di una variazione di bilancio per coprire i costi aggiuntivi dovuti all’affidamento diretto che sono gli unici davvero quantificabili (il risparmio e i maggiori introiti sono al momento solo previsionali). A tal proposito – dice il Pd –  la Giunta sembra non voler ricordare che gli impianti sportivi, specialmente quelli minori, necessitano di manutenzione e che i finanziamenti sono stati negati alle società che li gestiscono a causa di carenza di fondi che invece vengono utilizzati  per riparare a scelte infelici. Attualmente gli impianti minori sono affidati alle società senza contributi da parte dell’Ente e a rimetterci, come è facile evincere, è lo sport diffuso, praticato da un numero di cittadini per nulla irrilevante, al servizio non solo del benessere, ma della socialità”.

“E’ stata la stessa maggioranza che, questa mattina, defilandosi e permettendo il rinvio della pratica non ha concesso il sostegno e la fiducia all’assessore Prisco e alle scelte politiche/amministrative di questa Giunta che, ormai è noto, sempre più spesso non convince nemmeno i propri consiglieri di riferimento. L’affidamento per la gestione degli impianti sportivi, infatti, rappresenta l’emblema dell’approssimazione con cui la Giunta interviene sull’amministrazione della città di Perugia; assenza di una visione, mancanza di una direzione comune, progettualità inadeguata; si procede per tentativi e ogni volta si crede di poter tornare indietro e ripartire da zero senza lasciare sul campo conseguenze irreversibili: nel caso specifico c’è stato un primo bando ritirato, un secondo che ha affidato la gestione, senza la materiale firma del contratto, con i risultati che oggi conosciamo, che hanno creato tensioni e disguidi con un fiore all’occhiello per Perugia come la Sir Safety Perugia, e che come Partito Democratico avevamo chiesto di analizzare ben prima del loro verificarsi. Oggi siamo a chiedere che il senso di responsabilità finalmente prevalga e che l’Assessore competente e la giunta Romizi riflettano e rispondano su punti chiave come la questione dei lavoratori, la gestione e l’individuazione del personale che si occuperà della gestione degli impianti in oggetto; cosa molto rilevante, ai fini non solo della competenza, ma della buona fede delle scelte amministrative, sarà capire perché pur avendo a disposizione una graduatoria, si sta passando all’affidamento diretto come a voler sancire che gli elementi positivi della gestione esternalizzata non valgono per le altre partecipanti ritenute evidentemente non all’altezza”.

“Auspichiamo che almeno di fronte ad una maggioranza non convinta e titubante, la Giunta e i presidenti delle commissioni che dovranno istruire la pratica si adoperino per garantire ai commissari tutti di lavorare con serenità e con tempi congrui data l’importanza dell’argomento e considerato che la fretta ad oggi è stata cattiva consigliera.Stigmatizziamo inoltre non senza stupore, anche in questa circostanza, l’assenza e il silenzio del sindaco Romizi, che si contraddistingue per la mitezza, ma dimentica il coraggio di dare un proprio input su temi così delicati per la città: non sempre il silenzio è d’oro e grave resta la rinuncia al governo quando non ci sono nastri da tagliare, ma decisioni da prendere e condividere”.

 

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