Perugia, il saggio “Wildlife economy” sarà presentato a Palazzo Donini

PERUGIA – Sarà presentato presso il alone d’Onore di Palazzo Donini il saggio “Wildlife economy, Nuovo Paleolitico”, volume di Bernardino Ragni. A seguire un dibattito sul tema “Wildlife economy – Nuovo Paleolitico, ovvero mettere a frutto una materia prima abbondante e rinnovabile”. Il dibattito si incentrerà in modo particolare sulla gestione della fauna selvatica nel quadro di una innovativa visione di economia sostenibile. Presiederà e introdurrà Fernanda Cecchini, assessore agricoltura, ambiente, cultura. Poi Bernardino Ragni, introdurrà la sua opera contestualizzandolo nel quadro dell’economia regionale. Antonio Boggia, economista dell’ambiente e prefatore del saggio parlerà dell’applicabilità della filosofia-progetto nel territorio regionale. Interverrà poi Umberto Sergiacomi, biologo dell’ambiente, responsabile dell’Osservatorio Faunistico Regionale. Invitati al dibattito anche i consiglieri regionali, le associazioni degli agricoltori, le associazioni venatorie, gli Atc, le associazioni ambientaliste, altri stakeholder nel campo agro-alimentare, agro-ambientale, agri-turistico.

La Wildlife economy ed il saggio con il quale essa viene teorizzata, sono stati presentati in anteprima ad EXPO 2015 dallo stesso autore, Bernardino Ragni, in un evento organizzato  da ANBI Umbria e Consorzio Bonificazione Umbra in collaborazione con l’Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela del Territorio e Acque Irrigue. “Wildlife Economy. Nuovo paleolitico” è “un saggio breve dallo strano titolo – spiega Bernardino Ragni –  forse ermetico. Una sua parafrasi potrebbe essere: “proposta di utilizzazione economica di una parte della fauna selvatica italiana, quella suscettibile di essere tecnicamente amministrata, imitando l’approccio che gli umani adottavano nei confronti della stessa precedentemente all’invenzione dell’agricoltura, in chiave moderna”. Titolo probabilmente più comprensibile ma, con maggiore probabilità, contro ogni tentazione! Il lettore scoprirà, molto presto, che la fauna selvatica può essere vista non come mero oggetto di contemplazione o, al contrario, di consunzione, bensì come “risorsa rinnovabile” da usare ragionevolmente”. Il volume tratta, dunque, di economia sostenibile, “buona” per l’attuale realtà italiana, nonché europea e qualsiasi altro luogo del Pianeta dove sia rimasta terra, erba, alberi. “Ancora oggi – spiega l’autore – la gran parte del territorio nazionale è caratterizzata da spazi dove si pratica o si praticava attività agronomica (agri-coltura, zoo-coltura, selvi-coltura). A partire dagli Anni Sessanta dello scorso secolo, porzioni sempre più vaste di territorio rurale risultano abbandonate, sia per un progressivo cambiamento del modello socio-culturale della popolazione, sia, sempre più marcatamente, perché il costo complessivo finale dei prodotti non risulta convenientemente inferiore al loro prezzo di vendita, imposto dal mercato”.

 

 

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