Perugia, la protesta degli specializzandi arriva a Palazzo dei Priori

PERUGIA – La protesta degli specializzandi contro il nuovo regolamento in materia di contribuzione studentesca e, precisamente, contro l’aumento dei massimali delle tasse, fino a raggiungere la vetta record in Italia di 3 mila euro, arriva a coinvolgere l’Amministrazione comunale della città di Perugia grazie ad un ordine del giorno promosso dal consigliere dem Tommaso Bori, sostenuto dai colleghi consiglieri Bistocchi, Mirabassi, Vezzosi, Borghesi, Miccioni.

I consiglieri PD chiedono che si proceda con urgenza all’audizione nella commissione consiliare permanente con delega alle questioni universitarie, studentesche e sanitarie di tutte le componenti in causa, nonché alla messa in campo di tutte le azioni idonee a favorire la presenza e la permanenza dei medici specializzandi nella nostra città e a tutelare il percorso lavorativo e formativo di questa figura chiave per la sanità pubblica e per il mondo universitario.

Non solo il nostro ateneo conquista il podio dell’Università pubblica più cara d’Italia, ma non investe in formazione stanziando 0 euro per il bilancio di tutte le Scuole di Specializzazione.

Il tutto in evidente contrasto con il principio di equità, come affermato nel parere contrario del Consiglio degli Studenti, dato che l’aumento sarà per i soli laureati in Medicina e Chirurgia iscritti alle scuole di specializzazione di area sanitaria: scelta, questa, che crea una disparità tra i vari iscritti alle Scuole di Specializzazione e che accresce il malcontento per i mancati investimenti finalizzati a scopi didattici e amministrativi, la chiusura della specializzazione in oncologia medica e l’accreditamento con riserva di altre scuole a rischio.

Dopo un sit-in sotto il Rettorato e lo sciopero dei medici specializzandi che hanno registrato una massiccia adesione continua la mobilitazione dei camici bianchi: più di 500 medici in formazione stanno combattendo una battaglia di equità e in difesa del loro lavoro, apprezzato e riconosciuto da pazienti e cittadini, ma hanno bisogno che le istituzioni si schierino e agiscano per la loro tutela, che altro non è che la tutela di un interesse diffuso a favore della comunità tutta.

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