Perugia, Miccioni denuncia: “Incarichi da 30mila euro al fratello dell’assessore Calabrese”

PERUGIA – Chi di trasparenza ferisce, di trasparenza perisce. Si potrebbe proprio dire questo di fronte alle novità portate alle luce dal consigliere comunale Pd Leonardo Miccioni e presentate in conferenza stampa insieme al segretario comunale democratico Francesco Giacopetti. Ad essere presa di mira è quella che sembrerebbe una “spartizione” di incarichi di secondo livello tra soci e professionisti collegati alla giunta. Accusa pesante che tocca Umbra Acque e che fa chiedere al consigliere Miccioni le dimissioni del presidente Carini, dell’assessore Calabrese e un intervento chiarificatore del sindaco Andrea Romizi.

Andando con ordine, nel 2010 Emanuele Prisco propone un ordine del giorno, che diventa una delibera di consiglio comunale approvata all’unanimità, per la quale si impone trasparenza massima a chi riceve incarichi pubblici dall’amministrazione comunale e dalle partecipate, cercando di andare verso un progressivo stop della politicizzazione di queste società. Un fatto che però non si verifica con Umbra Acque. Miccioni denuncia che dal sito dell’azienda la pagina delle consulenze non è visibile. Si dice “pagina in costruzione”. Da lì scatta l’accesso agli atti e la scoperta: da Umbra Acque nel 2015 sono state assegnate due consulenze a Filippo Calabrese, fratello e socio di Francesco, assessore ai Lavori pubblici del Comune di Perugia, per 30mila euro. Nulla di rilevante giuridicamente ma “grave, dice Miccioni, dal punto di vista politico, etico e di opportunità”.

L’incarico è assegnato dall’amministratore delegato, ma il presidente Carini, di nomina pubblica, ne sarebbe consapevole. Per questo Miccioni chiede le dimissioni del presidente di Umbra Acque, dell’assessore Calabrese e un intervento chiarificatore del sindaco Romizi “affinché non venga legittimato quanto accaduto”.

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