Prescrizione, Ginetti e Ceci (Iv) alla tavola rotonda della Camera penale di Perugia

PERUGIA – “Italia Viva Umbra ritiene che la maggioranza in commissione giustizia della Camera abbia perso un’occasione importante per deliberare una decisione nell’interesse degli italiani e riportare in vigore la norma sulla prescrizione approvata durante il governo Renzi/Orlando. Noi, dunque, siamo stati coerenti, il Pd invece subalterno al M5S”. Così la senatrice Nadia Ginetti ed il sindaco di Pietralunga Mirko Ceci parlando di prescrizione, tema che sarà affrontato anche lunedì 27 gennaio nel corso di una tavola rotonda organizzata dalla Camera Penale di Perugia. I due esponenti di Italia Viva saranno presenti all’iniziativa e porteranno il loro contributo.

“La recente riforma Bonafede, – prosegue la senatrice Ginetti – che blocca la prescrizione al primo grado di giudizio, viola il principio costituzionale della ragionevole durata del processo e del principio di presunzione d’innocenza fino a sentenza definitiva”.

“Gli italiani – dichiara poi Mirko Ceci – hanno invero interrese che chi commetta reati venga al più presto sottoposto alla giusta pena corrispondente e cessi di commettere reati. Con la nuova disciplina sulla prescrizione si verificherà invece il contrario: la lunga durata del processo, che potrà concludersi anche a distanza di decenni, permetterà al presunto colpevole di continuare indisturbato a commettere reati. Ma paradossale è anche il rovescio della medaglia che imputati innocenti potranno dimostrare la propria innocenza soltanto dopo lungo decorso di tempo, allorquando sarà stata totalmente distrutta la loro reputazione, la loro professione o attività o la loro vita di relazione La sicurezza e la giustizia con la ‘G’ maiuscola, diversamente dal giustizialismo giacobino della riforma Bonafede/Lega, in questo paese potranno essere assicurati, senza intaccare i 3 corollari costituzionali del sistema giustizia in Italia (obbligo dell’azione penale, formazione della prova in dibattimento e funzione rieducativa della pena) attraverso azioni contestuali. Ne cito quattro. La prima è assumere magistrati, cancellieri ed amministrativi e rafforzare l’attività degli uffici giudiziari. Basterebbe girare per i tribunali italiani per rendersi conto della grossa carenza di personali, 40/50 processi ad udienza per ruolo di magistrati, che è causa quotidiana del rinvio tecnico di procedimenti per impossibilità oggettiva temporale di assumere prove testimoniali, spesso addetti delle forze dell’ordine che vengono sottratti alle attività quotidiane di controllo del territorio e che passano intere giornate nelle aule di tribunali prima di sentirsi dire che non potranno essere sentiti e che dovranno tornare, udienze rinviate per mancanza di Cancellieri, orari di apertura delle cancellerie ridotte al minimo per mancanza di personale. La seconda azione è procedere ad una seria riforma del sistema processuale (basterebbero alcune opportune modifiche senza intaccare il diritto di difesa), ampliare la sfera di applicazione di procedure alternative di definizione del processo e ampliare le attuali forme di estinzione del reato, senza intaccare i diritti delle parti civili. In attesa di nuove strutture carcerarie, stante l’annoso problema del sovraffollamento carcerario, come terza azione è ampliare le forme alternative di espiazione della pena. Per ultimo prevedere l’aumento di pene per alcuni tipi di reato, particolarmente sentiti dagli italiani. Il tutto attraverso un tavolo effettivo di confronto con tutte le parti in causa. In ragione di quanto sopra – conclude Mirko Ceci – nei prossimi giorni Italia Viva Umbria incontrerà i vertici della camerale penale di Perugia per prendere consapevolezza di quelle che sono intanto le loro richieste”.