Pupi Avati racconta il suo Giallo gotico Il regista atteso con l’ultimo romanzo a Tra_Me Giallo Fest Assisi

PERUGIA –  Conto alla rovescia per Tra_Me Giallo Fest Assisi, pronto ad alzare il sipario tra una settimana precisa (dal 15 al 18), sull’attesa prima edizione. Una rassegna dedicata al noir unica in Umbria nel suo genere, che punta sui grandi autori e sugli scrittori emergenti, sul giallo storico, sulle contaminazioni tra scrittura, cinema e altri linguaggi artistici come i fumetti e la pittura. Ma anche incontri con autori, nazionali e internazionali, presentazioni, conversazioni. Tra i prestigiosi ospiti del ricco programma (consultabile su www.trameassisi.it), per la sezione letteratura, curata da Paolo Mirti, ci sarà anche Pupi Avati, stavolta protagonista con il suo Giallo Gotico. Un appuntamento (il 18 marzo, alle ore 18.30, presso il Palazzo Capitano del Perdono, a Santa Maria degli Angeli) per conoscere il cineasta e sceneggiatore bolognese, che ha firmato diverse pellicole thriller, sotto una veste che esalta lo stretto legame tra le immagini e la scrittura. Il suo ultimo libro, “Il Signor Diavolo” (edizioni Guanda), è ambientato nel 1952 in un piccolo centro del Veneto, dove un aspirante ispettore del Ministero di grazia e giustizia indaga su un omicidio commesso da un ragazzo ai danni di un altro ragazzo. Una storia intensamente nera, ritratto di una provincia non addomesticata, mai del tutto compresa, un profondo Nordest intriso di religione e di superstizione e in cui i confini tra vita e mistero si spostano come l’orizzonte delle paludi. Un mondo dove tutto sembra possibile. Anche l’intervento del diavolo. “Ad un certo punto – racconta Pupi Avati – con il Signor Diavolo si entra nel Gotico maggiore, connotato da aspetti inquietanti e da tenebre profonde. Ho avvertito la necessità di tornare a raccontare storie nere attingendo ai ricordi della mia infanzia, quando per cinque anni sono stato sfollato in campagna. Sono stati 5 anni magici dove ho incontrato la favola nera contadina. Oggi ho provato una sorta di nostalgia per le paure della mia infanzia e della mia adolescenza. Allora c’era il buio che metteva davvero paura, ed il bambino era costretto a riempire quel buio riempiendolo con l’immaginazione. Insomma, avevo voglia di tornare a divertire e spaventare le persone e con il signor Diavolo credo di esserci riuscito”.

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