Questionario gender, la Lega: “Bambini umbri cavie da laboratorio”

PERUGIA – “Ancora una volta i bambini delle scuole umbre diventano cavie da laboratorio per l’indottrinamento gender. Protagonista la Giunta Marini che, nonostante la bocciatura del protocollo regionale da parte di prefetture sindaci, università e uffici scolastici regionali, ha deciso di forzare ugualmente la mano”. A scagliarsi con la diffusione del questionario di ricerca sul bullismo omofobico diffuso nelle scuole secondarie di I e II grado dell’Umbria è la Lega Umbria con i suoi parlamentari Virginio Caparvi, Simone Pillon, Luca Briziarelli, Riccardo Augusto Marchetti e Donatella Tesei e i suoi consiglieri regionali Valerio Mancini ed Emanuele Fiorini che precisano: “ La scuola e la politica dovrebbero rimanere fuori da situazioni simili lasciando ai genitori il compito di educare i propri figli come ritengono opportuno. Chiediamo alla Regione di ritirare la diffusione di un questionario, costruito da Federico Batini, docente universitario non nuovo a queste iniziative, pronto da somministrare ai ragazzini di 12 e 13 anni domande che ben poco lasciano all’immaginazione. Dopo aver chiesto orientamento religioso e politico, il questionario non si fa scrupolo di chiedere ai bambini quale sia il loro orientamento sessuale, da scegliere tra 6 categorie tra cui una cosa tipo “esclusivamente omosessuale”, “prevalentemente omosessuale”, “bisessuale”, “asessuale”. Le domande, poi, scendono sempre più nella ideologia. Inutile illustrare gli effetti che simili argomenti, oltretutto esposti brutalmente senza alcun sostegno educativo, possono avere sulla delicata fase di maturazione del minore”. Secondo la Lega con questo protocollo “ si lede la libertà educativa che è il primario diritto della famiglia. E’ vergognoso usare la scuola per tentare operazioni di indottrinamento come questa. Come parlamentari e consiglieri regionali – chiosano dal Carroccio – assumeremo tutte le iniziative politiche ed istituzionali per fermare questo ennesimo tentativo di travolgere il primato educativo della famiglia e di trasformare le scuole in campi di indottrinamento solo per una mera battaglia politica”.

 

 

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