Ricostruzione, allarme di Ricci (Rp): “Disponibili 1,5 milioni di euro, ne servono 23: ci vorranno 15 anni”

PERUGIA –  “La realtà, come la matematica, non è una opinione. Il ragioniere generale dello dello Stato italiano mi ha comunicato che ‘le risorse per cassa a valere sull’anno finanziario 2018’ per le quattro regioni del centro Italia colpite dal sisma del 2016, ammontano, tutto incluso (parte pubblica, beni culturali e privati con il credito d’imposta) a 1,5 miliardi di euro, a cui possiamo aggiungere 1,6 miliardi dall’Europa. Visto che il totale necessario è di 23 miliardi, se si continuasse con questo ritmo finanziario ci vorrebbero 15 anni per finanziare la ricostruzione, e molti di più per concluderla”: lo comunica il consigliere regionale Claudio Ricci (gruppo misto-Rp/Ic), che ha ricevuto risposta scritta a una sua richiesta di accesso agli atti.

“Come ho detto ieri in Aula – sottolinea Ricci – questo è non accoglibile, e dovrei utilizzare ben altre parole. Non cerco responsabili, non rientra nel mio stile che tende sempre a cercare soluzioni. Ma voglio sottolineare che, nelle scelte di economia nazionale che si stanno facendo anche in questi giorni, la priorità dovrebbe essere quella di dotare la ricostruzione di molte più risorse certe per cassa. Anche per il personale amministrativo che, nei comuni, serve per attività e procedure. Altro fatto da chiarire è la semplificazione: le norme complessive e i meccanismi amministrativi hanno portato, rispetto al sisma del 1997, più burocrazia e lentezza. Basta sentire chiunque per rendersene conto. Occorre creare subito una sezione speciale nel codice degli appalti, o meglio una legge ‘modello’, in deroga a tutte le normative, da adottare nei luoghi oggetto di sisma per le emergenze e la ricostruzione. Per dovuta oggettività, in particolare per la parte urbanistica, rilevo che la Regione Umbria ha, con la recente legge regionale sulla ricostruzione, cercato di semplificare per quanto di specifica competenza”.

“Auspico – conclude Ricci – una ampia collaborazione di tutte le testate giornalistiche, internet e televisive, regionali e nazionali, per non dimenticare tale tema, che deve rimanere in evidenza anche dopo la fine delle ‘usuali’ visite, istituzionali televisive, nei luoghi del terremoto nei primi momenti. Ora servono fatti e risorse, non solo parole”.

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