Sanità, in marcia contro la chiusura della guardia medica notturna

BASTIA UMBRA – Sono partiti puntuali questa mattina alle ore 5 da piazza Bakunin a Bastia per arrivare, marciando, fino a Perugia davanti a Palazzo Cesaroni, sede dell’Assemblea Legislativa. Sono i medici di Guardia che a piedi da Bastia Umbra a Perugia hanno marciato per protestare contro la chiusura notturna della guardia medica. L’iniziativa ha visto protagonisti due esponenti del Sindacato dei medici italiani e del centro Malfatti di Terni. Alla marcia ha partecipato anche il consigliere regionale Emanuele Fiorini della Lega Nord. Ad accoglierli davanti al palazzo il consigliere regionale Claudio Ricci. Anche i Consiglieri regionali Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari del Movimento 5 Stelle hanno dato una risposta al loro appello.

“La sanità che ci spetta, no quella che ci aspetta”. Questi i loro slogan della protesta NoH16 e SìH24 per manifestare ai consiglieri regionali dell’Umbria, consegnando loro un documento, l’assoluto dissenso contro lo smantellamento della guardia medica notturna e la sua sostituzione con il servizio del 118 dalla mezzanotte alle otto del mattino.

“La nostra manifestazione – hanno detto – esprime il rifiuto ad accettare passivamente le gravissime conseguenze di una riforma contrattuale della medicina territoriale che rappresenta un ulteriore passo verso la privazione progressiva di servizi essenziali per il cittadino. La bozza dell’Atto di indirizzo redatto dalla Sisac per il rinnovo del contratto della medicina generale si traduce per il cittadino nella totale abolizione di un presidio sanitario, la guardia medica, che da oltre trenta anni continua a svolgere un ruolo indispensabile per tutta la popolazione. Si decapita un servizio colpevole di essere efficiente, efficace e costare poco. Gli ambulatori delle guardie mediche scompariranno, tutte le attività di continuità assistenziale saranno effettuate negli ambulatori dei medici di famiglia dalle otto del mattino a mezzanotte, il cosiddetto Orario “H16”. Ma dalla mezzanotte alle otto del mattino tutti gli ambulatori saranno chiusi. Il cittadino che ora attende a casa il medico di guardia per una colica renale alle tre del mattino, se questa “riforma” andasse in porto, dovrà recarsi autonomamente in pronto soccorso per le cure del caso tutte le volte che l’ambulanza non fosse disponibile o se l’operatore del 118 deciderà che dovrà farlo. C’è poco da immaginare pensando a come saranno affollate le sale d’aspetto dei Pronto Soccorso se questa scellerata “riforma” dovesse essere messa in pratica”.

Un Medico di Guardia costa all’Asl 20,33 euro lordi l’ora. 10 euro l’anno costa al cittadino la Guardia Medica. 100 medici lavorano tra Perugia e Terni e ruotano nelle postazioni non solo dei capoluoghi, ma anche in quelle periferiche. Se questa riforma dovesse essere approvata il 40 per cento dei medici si ritroverà senza lavoro. Sono i reperibili e i sostituti, quelli che non hanno un contratto a tempo determinato. I cosiddetti precari della sanità si ritroveranno senza lavoro e ci sono medici che con la Guardia Medica ci vivono.

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