“Spoleto 1958, alle radici della storia”. presentato il volume di Antonella Manni e Rosaria Mencarelli

SPOLETO – “Un festival di nuovo genere dove s’incontra la gioventù dei due mondi”. Così veniva presentato nel 1958 il Festival di Spoleto ideato e fondato da Gian Carlo Menotti. Una manifestazione destinata a mutare il corso della storia di una città e a rivoluzionare l’idea del fare cultura a livello nazionale ed internazionale.

In occasione della sessantesima edizione del Festival dei Due Mondi, ieri alla Rocca Albornoziana di Spoleto è stato presentato il volume “Spoleto 1958. Alle radici della storia, il primo Festival dei Due Mondi”, a cura di Antonella Manni e Rosaria Mencarelli, edito da Nuova Eliografica Fiori con il sostegno di Fondazione “Francesca, Valentina e Luigi Antonini” e della Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto. A portare il saluto iniziale, il direttore artistico del “Due Mondi”, Giorgio Fearrara: “Il Festival ideato da Menotti nel 1958 – ha affermato – è stato un avvenimento straordinario. In questi ultimi anni siamo riusciti a guardare avanti allargando l’idea dai ‘Due Mondi’ al ‘Mondo in scena’ e mi pare che per la sessantesima edizione siamo riusciti anche ad unire tutta la città attorno a questa manifestazione”.

Attorno al tema del volume sono quindi intervenuti Lorenzo Salveti, regista già direttore dell’Accademia d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, e Gherardo Vitali Rosati, critico teatrale e drammaturgo, insieme al giornalista Italo Carmignani. Un dibattito appassionato, ricco di spunti sia riguardo ai ricordi legati ai primi anni della manifestazione sia rispetto agli scenari futuri del Festival dei Due Mondi, soprattutto nel rapporto tra gli artisti delle diverse generazioni.

A concludere l’incontro è intervenuta l’assessore alla cultura e al turismo del Comune di Spoleto, Camilla Laureti: “Il dibattito sul Festival dei Due Mondi è stato interessante – ha detto – e tutt’altro che ingessato, dobbiamo continuare a parlarne. Menotti ha cambiato con il Festival la fisionomia della città e anche quest’anno, per la sessantesima edizione, si percepisce questa trasformazione”.

Questo primo appuntamento apre la rassegna di eventi inseriti in “1958-2017 – La città nel Festival un Festival nella città”, tra i quali la mostra diffusa sui percorsi urbani (2 luglio 2017 – 14 gennaio 2018) con una sezione intitolata “Spoleto 1958. Alle radici della storia” (sempre a cura di Antonella Manni e Rosaria Mencarelli) ed il convegno “Il Festival dei Due Mondi e i festival del mondo” (Rocca Albornoz, 5 e 6 luglio 2017), organizzati dal Polo Museale dell’Umbria in collaborazione con Comune di Spoleto, Fondazione Festival dei Due Mondi, Ordine dei Giornalisti dell’Umbria, Fondazione Fitzcarraldo di Torino e con il sostegno dell’Associazione Rocca, Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto, Fondazione “Francesca, Valentina e Luigi Antonini”, il patrocinio dell’Ordine nazionale dei Giornalisti e dell’Associazione Amici di Spoleto. La  Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia parteciperà agli eventi come media partner.

Perché Gian Carlo Menotti scelse Spoleto per realizzare il Festival dei Due Mondi? Come era la città nel 1958? Chi furono i protagonisti? Come era vista l’Italia dai corrispondenti americani arrivati al seguito di Menotti per assistere alla nascita del Festival? Giunti alla sessantesima edizione della manifestazione diretta dal 2007 da Giorgio Ferrara, “imprescindibile appuntamento per la scena italiana ed internazionale”, si è sentita l’esigenza di ripercorrere gli esordi di una vicenda tanto affascinante quanto avventurosa.

Così è nata l’idea del volume “Spoleto 1958. Alle radici della storia, il primo Festival dei Due Mondi”, scritto a più mani e a cura di Antonella Manni e Rosaria Mencarelli, quale prosecuzione e integrazione della ricerca iniziata nel 2007 con il volume “Spoleto 1958. Cronache da un Festival”, edito dal Circolo della Stampa di Spoleto. A Moreno Cerquetelli, giornalista Rai che per anni ha seguito la manifestazione spoletina, è stato assegnato il compito di tracciare un profilo artistico e organizzativo della prima edizione. Marco Rambaldi, addetto stampa del Comune di Spoleto, ha sviluppato una riflessione sul particolare punto di vista del maggiore quotidiano americano, il New York Times, all’impatto con una realtà tanto diversa da quella statunitense: “New festival in old town”, definì  la manifestazione nel 1958 il giornalista Howard Taubman. Antonella Manni, storica dell’arte e giornalista, ha recuperato appunti e immagini del cronista Antonio Busetti conservati presso l’Archivio Storico Diocesano di Spoleto, facendo riemergere aspetti della quotidianità in cui la città umbra si trovò a far fronte all’avvio del Festival. Infine, Paolo Bianchi della Sezione dell’Archivio di Stato di Spoleto che, riportando alla luce documenti inediti dell’Archivio Storico Comunale, ha riallacciato i fili della storia attraverso atti amministrativi, relazioni e e lettere scambiate tra Gian Carlo Menotti, il primo sindaco del Festival, Giovanni Toscano, ed altri importanti protagonisti dell’epoca.

 

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