Spoleto, Panetto&Petrelli, Lucidi (M5S) scrive a Monini: “Imprenditore, mecenate o politico?”

SPOLETO – Stefano Lucidi, senatore spoletino del Movimento 5 Stelle, prende posizione sulla vicenda della riqualificazione dell’ex fabbrica “Panetto & Petrelli”, che dovrebbe diventare un supermercato, attaccando il consigliere comunale Zefferino Monini protagonista della proposta di presentata per il progetto di recupero della struttura dismessa da anni.

Lucidi ha scritto una lettera aperta al rappresentante politico, che suona così:

“Caro Zefferino,
nei giorni precedenti questa lettera aperta, nella nostra città si è accesso il dibattito sulle sorti architettoniche e sociali dell’area della Panetto e Petrelli. Reazioni e commenti mi hanno indotto a scriverti alcune considerazioni principalmente su tre aspetti.
È indubbio il tuo ruolo di imprenditore, in quello che considero parte del patrimonio industriale del nostro paese, un ruolo importante e che credo debba far onore, in effetti, alla città intera. Nel corso degli anni questo tuo ruolo è stato sempre più accompagnato da un neo-mecenatismo, molto comune peraltro nella classe imprenditoriale italiana, che vede persone abbienti fortemente impegnate nella tenuta culturale dei nostri territori. A questi due aspetti poi si unisce la funzione di Consigliere Comunale, quindi rappresentante dei cittadini, e con una importante e fondamentale delega assessoriale allo sviluppo economico.
In una non tanto immaginaria interlocuzione potrebbe essere difficile capire dove sta il confine tra questi tre personaggi che convivono e coesistono, sempre che la coesistenza non sia un problema di altro tenore.
Ma veniamo al punto: quale figura è bene far emergere in questo momento? Chi è giusto prevalga ora per il bene della nostra città?
L’imprenditore? Attento, seppur illuminato, al profitto circoscritto alla sua realtà aziendale? Il mecenate? Che con la sua visione e attenzione e dedizione concorre al bene della comunità? Il rappresentante politico? Il quale, scevro da ogni conflitto di interesse, con la sua forza decisionale, getta le basi concrete per le generazioni future?
Quale criterio dobbiamo, e possiamo seguire dunque, per selezionare il personaggio necessario alla comunità in questo momento?
Credo sia giusto allora partire proprio dalla comunità stessa e dal suo territorio, dalla Città di Spoleto la cui importanza ho toccato con mano anche nel mio ruolo di Senatore, perché essere un Senatore di Spoleto è cosa ben diversa, perché assumi su di te anche la fama che la memoria del nome evoca nelle persone.
Per questo ho sempre pensato che le grandi città le costruiscono i grandi uomini, e allo stesso tempo che è nelle grandi città che nascono, crescono ed infine governano i grandi uomini. E noi, che abbiamo un ruolo politico ed una visione pubblica, dobbiamo rispettare questo principio.
Per questi motivi parlo all’imprenditore mecenate politico e chiedo di essere fedele a questo principio, decidendo in coscienza quale di questi far prevalere e quale far venir meno.
E sempre coerentemente e praticamente chiedo di congelare il deprecabile progetto di trasformazione del sito Panetto e Petrelli per un periodo congruo, ad esempio di un anno o, perché no, fino a fine consiliatura, durante il quale aprire un dibattito pubblico per capire tutti insieme quale sia la destinazione dell’uso migliore, e che non sia un imprenditore o un mecenate o un Consigliere Comunale a decidere, ma la comunità stessa con tutti i cittadini che hanno a cuore questa meraviglia.
Siamo cresciuti giocando e correndo tra vie e tra nomi evocativi: Campello, Pianciani, Sordini, Fratellini, Marignoli, Sinibaldi, Belli e Menotti.
Lasciamo a chi verrà dopo di noi un territorio sano e integro, in linea con la sua storia ma proiettato verso un futuro visionario. Facciamo in modo di mettere al primo posto le generazioni future le quali passeranno il loro tempo in quei luoghi che stanno, forse, per essere trasformati.
Saranno loro a scegliere i nomi di altre vie e piazze della nostra città e magari si ricorderanno di chi, molti anni prima, già pensava a loro e ai beni comuni”.

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