Suicidi dal Ponte delle Torri, una studentessa scrive al Vescovo

SPOLETO – “Ho paura…il suicidio nella mia classe è un tabooo; è più importante terminare i programmi e riempirci la testa di matematica e di italiano, mentre nessuno ci guarda e ci chiede “Come stai?”. Inizia così la lettera che una studentessa ha inviato al vescovo Boccardo e che lui ha voluto leggere nella sua omelia della Domenica delle Palme. “Non c’è più posto per ciò che si pensa, sei importante solo se sei il migliore, ma se stai soffrendo diventi un diverso, un problema da allontanare nella mostra vita ‘priva di ostacoli e difficoltà’. A me non interessa avere una bella pagella e poi scoprire che non mi importa di sapere come sta il mio compagno di banco che ieri c’era e oggi non c’è più. Mi hanno detto che che è normale….

Ho pianto e urlato ma nessuno ugualmente mi ha ascoltato…perchè non ci insegnano a guardare negli occhi qualcuno e a capire veramente come si sente? Perché non ci insegnano a conoscerci invece di nasconderci dietro questa facciata di moralismo, dove tutti sanno tutto ma forse non si conoscono… La vita non è rosa e fiori, ma nessuno ci ha mai insegnato che esistono delle difficoltà e c’è grande differenza fra ‘superiamole insieme’ e ‘non preoccuparti, ci penso io'”.  “Guardando Gesù Sofferente – ha detto Boccardo – riconosciamolo nel volto dei nostri ragazzi che si buttano dal ponte delle torri, sopraffatti dalla solitudine e dalla disperazione”.

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