Terni, inceneritore, il Pd: “Nessuna novità per la città”

TERNI – Il Movimento 5 stelle festeggia la richiesta presentata alla giunta dai consiglieri romani per “promuovere l’adozione, da parte di Acea, di politiche di esercizio dell’attività di gestione dei rifiuti diverse dallo smaltimento mediante incenerimento e quindi con modalità diverse da quelle a cui è funzionale l’istanza formulata”. Un fatto che però non crea gli stessi entusiasmi nel Partito democratico ternano che, in una nota della segreteria, parla di “un atto perfino meno stringente, per quanto riguarda la conca ternana, di quelli con cui il Consiglio Comunale di Terni ha già chiuso la porta a nuove autorizzazioni (ribadendolo quando la Sindaca Raggi si lasciò sfuggire l’intenzione di portare i rifiuti nell’impianto ternano). Nuova autorizzazione che, necessitando di valutazioni più ampie di quelle del rinnovo di Terni Biomassa, comunque in Umbria non sarebbe accolta”.

“Nonostante il grande impatto scenico, non emerge dunque ancora nessuna novità per Terni. Una notizia sarebbe il ritiro della richiesta di autorizzazione a bruciare rifiuti (perché anche se la Giunta romana decidesse di non portarli da Roma, potrebbero arrivare da altre zone). Una grande notizia sarebbe lo smantellamento dell’impianto, come Terni ha fatto con il vecchio inceneritore comunale di Asm. Non ci sono decisioni in questo senso, pertanto chiediamo alla Sindaca Raggi di chiarire quali siano le reali intenzioni del suo esecutivo. Il Partito Democratico torna a sollecitare, invece, i rappresentanti nazionali affinché il Ministero dell’Ambiente segua le indicazioni della Commissione Europea sulla rimozione degli incentivi all’incenerimento, senza i quali alcuni impianti sarebbero già spenti, a vantaggio dell’impiantistica destinata a processi di rango superiore nella gerarchia dei rifiuti e del potenziamento delle filiere del riciclo, su cui tutti i paesi sviluppati stanno puntando sempre di più. Per il miglioramento della qualità dell’aria a Terni, chiediamo infine ai nostri amministratori di accelerare sulle azioni concrete: l’abbattimento dell’impatto industriale (anche grazie ai fondi previsti dal riconoscimento di Area di Crisi Complessa), gli investimenti nella riqualificazione energetica degli edifici e la sostituzione degli impianti termici più inquinanti con sostegno alle famiglie meno abbienti, il divieto di utilizzo dei combustibili più pericolosi, la riduzione del traffico con un piano ambizioso per la mobilità ed una programmazione urbanistica coerente con il bisogno di sostenibilità. Azioni a tutela della salute, cruciali anche per lo sviluppo sostenibile del territorio, che devono trovare attuazione rapidamente, con un più deciso protagonismo delle istituzioni ma anche il prezioso coinvolgimento di imprese e cittadini”.

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