Terni, presentata la mostra “Incanto di luce e colori” organizzata dalla Fondazione Carit

TERNI – In occasione del 25° anniversario, venerdì 19 maggio 2017, nel salone delle feste di palazzo Morelli (Circolo Il Drago), la Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni ha presentato la mostra Incanto di luce e colori. Canaletto e i Guardi. È seguita la visita in anteprima della mostra in palazzo Montani Leoni, sala “Paolo Candelori”.

In 25 anni di attività la Fondazione Carit ha curato direttamente numerose mostre d’arte dedicandosi per lo più alle opere di artisti locali o a raffigurazione del paesaggio umbro. Mai si era occupata dei grandi maestri della storia dell’arte italiana come in questa occasione.

Il nuovo Consiglio di Amministrazione della Fondazione, sin dal suo insediamento, avvenuto il 2 maggio 2016, ha messo in cima alle sue priorità l’organizzazione di un evento nazionale per festeggiare i 25 anni della Fondazione in favore dell’arte, dell’istruzione, della ricerca scientifica, della sanità, del volontariato e dello sviluppo locale.

L’indagine per la ricerca delle opere d’arte è stata avviata dalla Fondazione a partire dal luglio 2016 partendo non dai Musei pubblici nazionali ed europei, bensì dalle raccolte d’arte delle banche e delle fondazioni bancarie, nella consapevolezza che tali istituti possiedono un immenso patrimonio artistico. Per anni, se non per secoli, le banche hanno svolto un ruolo fondamentale nella storia dell’arte, oltre ad essere stati veri e propri mecenati, hanno acquisito dipinti che diversamente sarebbero usciti dall’Italia. Nel caso della Casse di Risparmio, poi, con la legge Amato, gran parte di questi patrimoni artistici sono confluiti nelle fondazioni bancarie italiane: oltre 80 sodalizi che hanno saputo nel tempo fare dell’arte e della cultura un importante volano per lo sviluppo economico dei proprie territori.

La mostra è stata allestita nel salone “Paolo Candelori” al secondo piano di palazzo Montani Leoni in un percorso espositivo che non vuole essere né tematico né cronologico, ma un excursus sul genere del vedutismo attraverso 6 capolavori della storia dell’arte italiana realizzati prevalentemente tra la metà e la fine del XVIII da Giovanni Antonio Canal, detto il Canaletto, da Francesco Guardi e duo figlio Giacomo.

La mostra si apre con la bella veduta raffigurante la Chiesa della Salute con punta della Dogana che per prudenza è stata attribuita ad un anonimo seguace di Giacomo Guardi. Il dipinto è stato concesso in prestito dalla Fondazione Cariplo, che lo ha acquisito negli anni Novanta dalla Cariplo e che lo custodisce nelle proprie sedi espositive di Milano.

Il percorso espositivo prosegue poi con tre opere di Francesco Guardi concesse in prestito dal BANCO BPM e provenienti dalle sedi di Novara e Verona. Si tratta de:

  • la Veduta di Punta della Dogana e della chiesa della Salute da riva degli Schiavoni attribuita all’artista veneto e ascrivibile al periodo compreso tra il 1760 e il 1790;
  • la splendida Burrasca con velieri realizzata da Francesco Guardi tra il 1760 e il 1775 la cui variante più vicina realizzata dall’artista è un Tempesta in mare oggi conservata al Museo di Montreal;
  • e il Sottoportico con sfondo di cortile e figure del 1780-1790, un piccolissimo olio su rame di una raffinatezza unica, eseguito sul verso di un’incisione recante una bissona, una barca da parata. Il disegno preparatorio per questo dipinto, pubblicato in catalogo, è oggi conservato al Metropolitan Museum di New York.

Nella “piazzetta dell’arte”, un ambiente ricreato nella sala espositiva Paolo Candelori, si possono poi ammirare le due opere più rappresentative di tutta la mostra:

  • il celebre Capriccio con architetture e figure di Canaletto;
  • e la Piazza san Marco a Venezia di Francesco Guardi.

Il dipinto di Canaletto è stato concesso in prestito dalla BNL Gruppo BNP Paribas, con la quale fin dallo scorso anno è stata avviata una collaborazione culturale in occasione del prestito dell’opera di Corot raffigurante la Cascata delle Marmore.

L’opera è unica nel suo genere, in quanto firmata dal grande maestro: sul timpano della fontana a destra si legge “Ant.° Canaleto fe.”. L’artista, inoltre, è anche rappresentato nell’opera intento a dipingere.

Il quadro di Canaletto è stato già esposto in numerose altre mostre in Italia e in Europa: nel 1987 a Venezia, nel 1988 a Milano, nel 2001 a Madrid, nel 2005 a Roma, nel 2008 a Torino e nel 2015 in Provenza, in Francia. Nella “piazzetta” poi l’ultima acquisizione della Fondazione Carit: la veduta di piazza San Marco a Venezia opera di Francesco Guardi. Il dipinto è stato individuato dalla Fondazione e acquistato lo scorso 25 aprile a Vienna dalla casa d’aste Dorotheum.

Il quadro si avvicina molto, per le dimensioni e per le ombreggiature, a quello conservato alla National Gallery di Londra. Per la sua realizzazione Guardi si riferì quasi certamente al disegno oggi conservato al Museo di Cleveland. La notizia dell’acquisto del dipinto da parte della Fondazione è apparsa anche lo scorso 2 maggio su Il Sole24Ore, dove è stato scritto che è stato aggiudicato ad un prezzo al di sotto della stima minima. Un dipinto di rara bellezza che finalmente, grazie all’intervento della Fondazione, torna in Italia dopo essere passato in diverse collezioni europee. Tra il 1821 e il 1891 è documentato nella collezione privata della famiglia Cavendisch- Bentinck di Londra; dal 1958 è attestato a Parigi in collezione privata, dove viene peraltro esposto alla Galleria Heim. Nel 2011 è stato acquisto da un privato all’asta di Sotheby’s a Londra.

Da Vienna è giunto in Fondazione lo scorso 16 maggio, entrando a far parte del patrimonio culturale e artistico della città di Terni, in quanto i beni acquisiti dalle Fondazioni bancarie nell’ambito dell’attività istituzionale sono beni di tutta la comunità.

La mostra si chiude con un video sul vedutismo e sui suoi massimi rappresentanti. In poco più di tredici minuti lo spettatore potrà immergersi nell’atmosfera vibrante e avvolgente della Venezia del Settecento, contemplare le magnifiche vedute dei grandi pittori del periodo ammirandone la rappresentazione dei riflessi delle architetture nelle acque dei canali, i giochi di luce, le atmosfere calde e rareffatte, il chiarore e i bagliori dell’orizzonte.

Il tutto in sovrapposizione con la Venezia di oggi, brulicante di turisti e di modernità, ma visibilmente immutata e ferma all’epoca dei suoi ritrattisti. Una Venezia immobile nell’eternità dell’arte.

Nel video si può osservare un’inedita ricostruzione in 3D della camera ottica, utilizzata dai vedutisti per garantire una maggiore veridicità e vicinanza alla realtà delle loro rappresentazioni, richieste in tutto il mondo.

A corredo della mostra il catalogo a cura di Anna Ciccarelli e Ulrico Dragoni con la biografia degli artisti e le schede storico artistiche sulle opere esposte.

Canaletto e Francesco Guardi: il primo il grande genio indiscusso; il secondo l’allievo, il “buon scolaro”, schiacciato dalla fama del maestro, che ebbe solo un breve periodo di notorietà in tarda età, per poi ripiombare nell’oblio dopo la morte. Guardi venne riscoperto soltanto a metà dell’Ottocento, ma in Francia, mentre in Italia si dovette attendere la storica mostra realizzata a palazzo Grassi nel 1965 per un più che meritato ma tardivo riconoscimento.

La mostra rimarrà aperta al pubblico a palazzo Montani Leoni fino al 30 luglio 2017, nei giorni venerdì-sabato-domenica ore 11-13/17-20.

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