Todi, “Pasolini, massacro di un poeta”: il libro della Zecchi presentato in Comune
TODI – Si intitola “Pasolini, massacro di un poeta” il libro-inchiesta di Simona Zecchi, edito da Ponte alle Grazie, che sarà presentato a Todi mercoledì 2 novembre 2016 alle ore 17 alla Sala del Consiglio comunale. Una vera e propria novità editoriale che ha apportato molti punti fermi inediti sulla morte irrisolta del letterato, saggista regista e poeta Pier Paolo Pasolini. All’incontro con l’autrice, moderato dal giornalista Lorenzo Grighi della trasmissione “Petrolio” di Rai Uno, interverrà il Sindaco Carlo Rossini.
L’omicidio di Pier Paolo Pasolini, il cui corpo martoriato e senza vita è stato rinvenuto all’Idroscalo di Ostia la notte tra l’1 e il 2 novembre 1975, resta sino a oggi uno dei casi più oscuri della storia del nostro Paese. Oscura è tutta la vicenda, non tanto e non solo per l’oramai innegabile presenza, quella notte, di più complici oltre a Pino Pelosi, ma soprattutto: per le modalità dell’aggressione da lui subita; il motivo che ha condotto il poeta a raggiungere un posto così fuori mano e isolato; il numero delle persone coinvolte nel massacro; l’ambigua dinamica dell’arresto del minorenne; la firma di chi ha picchiato con ferocia lo scrittore e, tra le altre cose, la dinamica del sormontamento del corpo che ne ha causato la morte. Episodi questi, così come altri inerenti all’intera vicenda, che era necessario chiarire sin nei dettagli, dettagli per lo più nascosti alla pubblica opinione del tempo: frutto di omissioni, depistaggi e manipolazioni che nell’inchiesta vengono rivelati. Le omissioni sono, inoltre, andate a infoltire un dossier le cui carte giacciono in qualche armadio di questa nostra Repubblica. Finalmente la foto della seconda macchina uguale a quella del poeta che ha messo fine alla sua vita, passando più volte e con strategia sul suo corpo ormai inerme, viene mostrata qui per la prima volta.
Un lavoro d’inchiesta esclusivo e totale sulla vicenda e sulle indagini tutte, aperte dalla magistratura nel corso degli anni, questo, che non lesina sui nomi, i diversi livelli criminali e politici coinvolti e i moventi che hanno condotto il poeta all’appuntamento con i suoi killer. L’uso di tutti gli atti originari della prima inchiesta giudiziaria, in gran parte inediti, le foto e i documenti anch’essi inediti che da questo lavoro d’indagine emergono svelano, insieme al raffronto con le cronache del tempo e il supporto di nuove testimonianze, lo schema ordito dietro e intorno all’intellettuale. Le nuove carte investigative, anche queste utilizzate in questo lavoro d’inchiesta, prodotte dalle attività d’indagine aperte dalla procura di Roma nel 2010 (e concluse con un’archiviazione dopo cinque lunghi anni), tracciano poi, nel bene e nel male, questa storia rivelando piste abbandonate ed episodi sconosciuti sul caso, sui quali se si fossero proseguite le indagini in un’inchiesta ufficiale, si poteva approfondire.
L’unico colpevole riconosciuto dalla storia giudiziaria di quel massacro, Giuseppe Pelosi, ha sempre rappresentato per i media la sola fonte da cui tutto spremere, lasciandogli così la possibilità di pilotare la verità dei fatti. In questo lavoro emergono su di lui, al contrario, nuovi elementi e il vero ruolo giocato dall’ex ragazzo nella vicenda: sia imposto da terzi che successivamente da lui stesso perpetrato. Un altro veicolo a disposizione di Pelosi quella notte, infatti, spunta in questa esclusiva ricostruzione chiudendo il cerchio sulle sue reali responsabilità. Più che un’esca inconsapevole, Pelosi non fu altro che un mediatore, in gran parte a conoscenza di ciò che sarebbe potuto accadere. Diversi sono i campi attraverso i quali il percorso dell’inchiesta si dipana: quello criminale-giudiziario, quello investigativo e infine di analisi del contesto storico, politico e culturale in cui si muoveva Pier Paolo Pasolini. Un percorso che ha condotto l’autrice verso un’altra pista sul movente che ha causato il massacro al poeta, togliendo linfa così alla tesi, da più parti accreditata, che indicava nella morte di Enrico Mattei e nella scomparsa dell’Appunto 21 dell’opera postuma “Petrolio”, i moventi che tutto hanno mosso.
L’inchiesta si riempie via via di foto inedite che denunciano le evidenze occultate: sia al tempo, durante la fase delle indagini che hanno portato al processo conclusosi in Cassazione nel 1979, sia durante le successive inchieste aperte dalla magistratura nel corso degli anni (1995 e 2005) di fretta e con negligenza, a volte caratterizzate esse stesse da “inspiegabili” anomalie. Il libro-inchiesta, inoltre, si apre con la testimonianza delle minacce subite in quel periodo dall’intellettuale e da lui stesso denunciate ai suoi conoscenti più stretti: un tratto di ricostruzione anche questo inedito. L’Epilogo svela poi, ripartendo proprio da quelle minacce e attraverso il supporto di nuovi concreti elementi, cosa si può essere mosso intorno ai movimenti che il regista e lo scrittore in quei mesi stava compiendo. Elementi che suffragano la tesi dichiarata dall’autrice: uno schema perfetto, infatti, ha retto tutto il gioco; lo ha preceduto; lo ha attraversato fino all’ultimo atto, quello di un massacro tribale compiuto da più persone che quella notte del 1 novembre 1975 affollavano la scena del delitto. Una chiara denuncia viene stilata dall’autrice, infine, anch’essa supportata da elementi precisi e concreti, verso una parte dell’ambiente culturale e intellettuale la quale oggi come allora, non ha saputo né voluto capire “com’è andata” veramente e perché. Al contrario, essa ha indugiato sul milieu sessuale, che ha sempre accompagnato il letterato e l’uomo, “tingendolo” di pregiudizio e avvolgendo per un periodo molto lungo anche tutta la sua opera. Il movente sessuale è, all’opposto, proprio ciò che questo lavoro d’inchiesta elimina definitivamente, dimostrando che un incontro intimo fra lo scrittore e l’ex ragazzo del Tiburtino quella notte non è mai avvenuto.