Vallo di Nera, a “Fior di cacio” si parla di aree interne. La presidente Marini: “Grande opportunità”

VALLO DI NERA – “La strategia nazionale delle aree interne, sostenuta finanziariamente da Regione e Governo, rappresenta una straordinaria opportunità per incidere strutturalmente sul suo futuro. A disposizione ci sono 12 milioni di euro da impiegare per valorizzare lo sviluppo, sostenere le imprese, mantenere e potenziare servizi essenziali per la crescita e la qualità della vita quali quelli relativi alla scuola, all’assistenza sanitaria e sociale, ai trasporti del territorio.”. Lo ha detto la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini,  intervenendo oggi a Vallo di Nera al convegno sulla Valnerina nel programma strategico nazionale delle aree interne con cui si è aperta la quattordicesima edizione della manifestazione “Fior di cacio”. Presenti gli amministratori dei 14 Comuni ricompresi nell’area interna Valnerina, una delle tre individuate dalla Regione nell’ambito della strategia nazionale, rappresentanti delle forze economiche e delle associazioni del territorio.

“Ci sono – ha aggiunto – tutte le condizioni, le risorse e gli strumenti per la crescita di un territorio che non parte da zero, che ha attrattori ambientali e culturali unici, un tesoro quale quello dei suoi prodotti tipici, in cui i Comuni in questi anni hanno saputo operare insieme e, anche utilizzando le risorse messe a disposizione dalla Regione con i programmi comunitari, hanno saputo conservare e mettere a valore il patrimonio identitario di questi luoghi tra  borghi storici, beni culturali e ambientali”. La presidente Marini ha sottolineato la necessità “di passare rapidamente alla fase progettuale, in cui devono emergere idee e investimenti, con una visione strategica e unitaria. La sfida è quella di provare ad essere un solo grande Comune, salvaguardando l’identità di ognuno, e – ha aggiunto – di lavorare tutti insieme, istituzioni, imprese e cittadini, per costruire un progetto unitario che faccia leva sulle peculiarità, la specificità e le specializzazioni del territorio, i suoi numerosi punti di forza, in modo da superare le debolezze e aggredire le criticità esistenti”.

“La nostra e vostra capacità – ha detto ancora – deve essere quella di far emergere specificità e cogliere gli elementi su cui caratterizzare la strategia di sviluppo, con il coinvolgimento di tutte le forze del territorio, utilizzando anche idee e progetti che sono già stati individuati e tenendo conto che idee e progetti possono trovare attuazione anche con gli altri strumenti pubblici quali quelli della programmazione comunitaria Fesr, Fse e Feasr e strumenti privati”. “Una partita importante, per risolvere il problema dello spopolamento in questa area – ha detto ancora la presidente  – è quello dei servizi. Le scuole della Valnerina, ad esempio, hanno difficoltà a rientrare negli standard nazionali del numero di alunni per classe, c’è una mobilità altissima di personale docente. Bisogna pensare a servizi sociali e sanitari adeguati, a migliorare i trasporti guardando anche a progetti innovativi di mobilità sostenibile, quali mobilità elettrica e dolce da sfruttare pure per favorire la crescita del turismo. Sono servizi – ha rilevato – che possono garantire lavoro e favorire la permanenza e l’arrivo di giovani”. “Finalmente – ha sottolineato il sindaco di Vallo di Nera, Agnese Benedetti – è stata delineata una strategia nazionale attraverso la quale, oltre a guardare allo sviluppo, si cerca allo stesso tempo di superare la mancanza di servizi essenziali. Un grande paradosso, poiché borghi come i nostri, dinamici e attivi nella valorizzazione delle proprie tradizioni e mestieri e del proprio immenso patrimonio come dimostra anche ‘Fior di cacio’, una delle manifestazioni volte a valorizzare l’abilità di chi vi abita e mettere in luce il lavoro oscuro di tanti, anche giovani, rischiano di rimanere senza abitanti perché non ci sono servizi fondamentali quali scuola, sanità e trasporti”.

Il sindaco di Norcia, Nicola Alemanno, ha ringraziato la Regione Umbria che “ha ascoltato le esigenze di questo territorio, un territorio che ha dimostrato di essere resiliente e di saper mettere in comune servizi, e ha reso concreta l’inserimento della Valnerina nella strategia aree interne. È un’opportunità importante per lavorare in modo più coeso attorno allo sviluppo socioeconomico e dei servizi, con un progetto vincente da integrare con altri interventi possibili grazie agli strumenti a disposizione, per il futuro delle nuove generazioni. Possiamo diventare delle piccole città ‘smart’, fondate sul benessere dei cittadini”. Il sindaco di Ferentillo, Paolo Silveri, “pochi altri territori hanno bellezze ambientali come la Valnerina, c’è – ha detto – una cultura di vecchi mestieri che va recuperata e su cui investire. Sono necessari progetti per interventi duraturi e va affrontata con forza la questione demografica, una emergenza nazionale”. Il direttore regionale alla Programmazione, Lucio Caporizzi,  ha ricordato come siano tre le aree interne individuate dalla Regione Umbria e validate dal comitato nazionale dopo un confronto non facile. “Si interviene con due linee finanziarie diverse – ha specificato -, una nazionale con circa 3,8 min euro per i servizi quali il potenziamento dei plessi scolastici, i servizi sociosanitari e trasporti, l’altra per lo sviluppo con risorse individuate dalla Regione neii tre programmi operativi Por Fesr (sviluppo regionale), Fse (Fondo sociale europeo) e Feasr (sviluppo rurale), per un importo complessivo di 22 milioni di euro. Per la Valnerina la Regione ha destinato circa 7 milioni e 200 mila euro per competitività delle imprese, valorizzazione degli attrattori ambientali, politiche attive del lavoro e sviluppo rurale cui si aggiungeranno le risorse nazionali, portando la dotazione complessiva a circa 12 milioni di euro”. “Il lavoro – ha detto ancora – si è concentrato inizialmente sull’area pilota dell’Orvietano, ma sono maturi i tempi per passar alle altre due aree interne fra cui la Valnerina che presenta caratteristiche di omogeneità e compattezza apprezzate dal Comitato nazionale. La fase progettuale va fatta dal basso, ci sarà la supervisione della Regione e del Comitato nazionale, e non dovrà prevedere un elenco di interventi, ma una strategia condivisa che faccia riconoscere il territorio e in cui il territorio si riconosca”.

La Scheda L’area della Valnerina comprendente i comuni di Arrone, Cascia, Cerreto di Spoleto, Ferentillo, Montefranco, Monteleone di Spoleto, Norcia, Poggiodomo, Polino, Preci, Sant’Anatolia di Narco, Scheggino, Sellano, Vallo di Nera, a seguito del percorso negoziale con il Comitato tecnico nazionale, è risultata candidabile ed in possesso delle caratteristiche indispensabili per essere inserita nell’ambito della Strategia Aree interne per il periodo di programmazione 2014-2020. Le conclusioni di questo processo selettivo sono state così riassunte nel rapporto istruttorio del Comitato:

Area 3: VALNERINA: “L’Area è stata interessata da diverse esperienze di progettazione negli strumenti della programmazione negoziata come il PIT Valnerina e l’approccio Leader. Al momento gli attori del territorio non manifestano le proprie potenzialità e peculiarità all’interno di una strategia unitaria strutturata e quindi non emerge una proposta unitaria di sviluppo. Il tema della valorizzazione del settore agricolo e del turismo necessita di essere approfondito, puntando sulla creazione di un’analisi della domanda e dei mercati di riferimento. L’agro-alimentare rappresenta una base solida sulla quale la strategia dovrà far leva, approfondendo le modalità attraverso le quali attrarre nuovo capitale umano. L’area soddisfa i criteri per la candidabilità, ma al fine di soddisfare il pre-requisito dell’associazionismo è necessario approfondire gli assetti istituzionali in essere e la loro evoluzione (inclusa la questione della leadership). Tutti i comuni che compongono l’area hanno una popolazione inferiore a 5.000 abitanti con un’alta percentuale dei residenti in aree interne che raggiunge l’85,6% del totale e che è rimasta pressoché stabile nel decennio 2001-2011, con una elevata presenza di over 65, pari a 24,86%. Tale alta percentuale di residenti in area interna caratterizza fortemente l’area della Valnerina rispetto alle due altre aree regionali.

Dall’analisi svolta nel corso del primo focus sono emersi molti spunti ed elementi basilari di cui tener conto per elaborare la futura strategia ed in particolare punti di forza quali un elevato indice di importanza di specializzazione nel settore agro-alimentare (pari al 3,4, superiore sia alla media regionale aree interne (1,9) che alla media nazionale aree interne 1,8) pur in presenza di una considerevole diminuzione del numero di conduttori agricoli fino a 39 anni (pari a -31,7, superiore sia alla media regionale che nazionale) ed un  basso indice di  incidenza delle aziende con prodotti Dop e Igp che tuttavia evidenzia le potenzialità ancora esistenti.  Positiva è la presenza di una elevata ricettività (posti letto per 1000 abitanti pari a 309,5 superiore sia alla media regionale aree interne che nazionale aree interne) seppure riguardo al turismo si registra un numero di visitatori del patrimonio culturale notevolmente inferiore alle altre aree umbre selezionate del Nord Est e Sud-Ovest. I punti di debolezza dell’area sono legati, in parte, all’orografia del territorio e al numero elevato di frazioni presenti nei singoli comuni, che creano evidenti difficoltà nel settore della mobilità interna ed esterna di persone e merci (la distanza media per raggiungere il polo più vicino è infatti di ben 40 minuti. Il 33% della popolazione dell’area riesce a raggiungere una stazione ferroviaria in 30 minuti) con presenza di una alta percentuale di popolazione non raggiunta da banda larga (digital divide) pari a 33,4%. Oltre ai problemi legati al trasporto scolastico, nel settore istruzione emerge l’elevata percentuale di classi fino a 15 alunni nella scuola primaria e di docenti a tempo determinato per tutti e tre gli ordini di scuole, problema quest’ultimo che influisce sia sulla continuità sia sulla qualità della didattica, infatti i dati Invalsi per tutti gli ordini di scuole, fanno registrare risultati inferiori sia alla media regionale che nazionale.

 

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