Welfare, in terza commissione il regolamento sulle strutture di accoglienza

Presentata in Terza commissione la proposta di regolamento di iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Disciplina in materia di autorizzazione al funzionamento dei servizi socio-assistenziali a carattere residenziale per le persone adulte in situazione di disagio e marginalità sociale”.

Si tratta di un regolamento che consente di dare piena applicazione alla legge “n.26/2009” (Sistema integrato di interventi e servizi sociali) definendo le strutture di accoglienza sociale rivolte a persone adulte, anche con figli a carico, che vengono a trovarsi in situazioni di disagio e marginalità sociale.

Nell’articolato, che è stato illustrato da Serenella Tasselli dell’assessorato al Welfare ai membri della commissione presieduta da Massimo Buconi, si delineano due tipologie di strutture: le Comunità di accoglienza sociale, che sono residenze a bassa intensità assistenziale e con bassa complessità organizzativa, e le Strutture di pronta accoglienza, che sono strutture residenziali caratterizzate da elevata flessibilità organizzativa adatte a soddisfare, in modo immediato e temporaneo, i bisogni primari di soggetti adulti privi del supporto di una rete familiare adeguata, anche con figli minori al seguito, mentre non è previsto che possano essere accolti minori se non accompagnati da adulti. In queste ultime strutture la durata della permanenza non può essere superiore a 90 giorni, salvo che non sia prevista una permanenza maggiore, regolata da accordi istituzionali, mirata a consentire il completamento del percorso di recupero sociale, prevedendo anche l’inserimento del soggetto nella Comunità di accoglienza sociale.

Questa tipologia di strutture è già presente in Umbria, ma senza autorizzazioni né alcuna regolamentazione. I requisiti richiesti sono: camere da letto singole, doppie e triple, zona pranzo e soggiorno, cucina e dispensa, un servizio igienico ogni 4 ospiti. Se la struttura ospita adulti con figli minori, anche per loro devono essere previsti spazi idonei. Il massimo di ricettività è fissato in 30 persone per ogni struttura, compresi i figli minori. Dovrà essere individuato un coordinatore di struttura e il personale dovrà essere qualificato, con esperienza almeno biennale nelle problematiche di questo tipo di utenza.

Su quest’ultimo punto il consigliere Rocco Valentino (FI) ha obiettato che il requisito dei due anni di precedente esperienza possono rappresentare uno scoglio difficilmente superabile per tanti disoccupati in cerca di lavoro, invitando quindi a considerare di poter modificare l’articolo 7 del regolamento.

Il presidente della commissione, Massimo Buconi, ha stabilito che ci saranno ulteriori approfondimenti sull’argomento, a partire da una giornata di audizioni che sarà rivolta a tutti i soggetti interessati.

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