Zootecnia, l’Umbria sperimenta tecniche di utilizzo dei reflui

L’Umbria sperimenta le migliori tecniche disponibili per il corretto utilizzo agronomico dei reflui zootecnici: dopo uno studio condotto nel territorio di Castiglione del Lago, ad elevata concentrazione di allevamenti di suini, la Regione ha dato avvio alla fase di sperimentazione sul campo, con una prova in alcune aziende agricole del territorio di Marsciano.

“Vogliamo dimostrare come possa essere efficace e conveniente, per l’ambiente e per le imprese agricole – sottolinea l’assessore all’Agricoltura, Fernanda Cecchini – l’uso agronomico degli effluenti di allevamento al posto dei concimi chimici per rendere fertili i terreni Si impiega un prodotto naturale, con un risparmio nei costi di gestione che potrà essere maggiore coinvolgendo in un unico sistema operativo le aziende zootecniche e quelle a indirizzo cerealicolo o altre colture che utilizzino i reflui degli allevamenti come concimi”.

“La Regione – ricorda l’assessore – si è dotata di un Piano zootecnico che ha tra i suoi capisaldi l’inscindibilità tra qualità delle produzioni e qualità ambientale, con un’attenta programmazione che valorizza la zootecnia, sostenendola nella sua ricerca di una nuova relazione virtuosa con l’ambiente. Nel Piano – aggiunge – particolare attenzione è stata rivolta alle esigenze di sostenibilità ambientale legate alla gestione dei reflui zootecnici negli allevamenti suinicoli e del digestato prodotto dagli impianti per il loro trattamento: l’utilizzo corretto permette di preservare la fertilità del terreno attraverso l’apporto di sostanza organica e può rappresentare una valida alternativa all’uso di concimi di sintesi che peggiorano le caratteristiche agronomiche del terreno e la sua fertilità naturale”.

Nella predisposizione del Piano, in collaborazione con il Centro di ricerca per le produzioni animali di Reggio Emilia, è stato realizzato uno studio di prefattibilità limitato al territorio di Castiglione del Lago, volto a valutare nuove forme gestionali degli effluenti zootecnici ed in particolare la convenienza tecnico-economica di un servizio comprensoriale per il loro spandimento con macchine di ultima generazione che ne ottimizzano l’utilizzo.

“La Regione Umbria – rileva l’assessore – ha dato avvio alla fase di sperimentazione in campo di questo studio nelle aree di maggiore criticità ambientale, attraverso il coinvolgimento dei vari soggetti che intervengono a vario titolo nel ciclo di gestione dei reflui zootecnici e del digestato: organizzazioni di settore, allevatori, imprenditori agricoli, Agenzia regionale per la protezione ambientale e così via. La prova è stata affidata al Centro di ricerca per le produzioni animali e verrà svolta in due fasi, presso alcune aziende agricole del Marscianese”.

Due le aziende coinvolte nella prima fase, con l’utilizzo di una macchina semovente cingolata a basso calpestamento, in modo da salvaguardare la struttura del terreno senza compromettere le successive lavorazioni. Il mezzo distribuisce il liquame su terreno libero da coltura interrandolo: si limita così lo scorrimento in superficie nei terreni in discesa e l’emissione di azoto ammoniacale in atmosfera.

La seconda fase si svolgerà a primavera, con l’utilizzo di macchine di ultima generazione che permettono di effettuare lo spandimento con coltura in campo, nei periodi di maggiore richiesta di elementi nutritivi, elevando notevolmente il livello di efficienza di utilizzo dell’azoto da parte della pianta. Una tecnica che diminuisce la percolazione di nitrati in falda, la dispersione in atmosfera di inquinanti (azoto ammoniacale) e di odori.

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