Operazione Spada, frazionamenti e proroghe: così, secondo la Procura, venivano aggirate le norme per gli appalti
TERNI – Emerge un quadro che coinvolge cooperative e appalti impegnati nelle mense, nel verde pubblico e nei servizi cimiteriali dalle carte dell’operazione Spada, che ha visto indagati due assessori della giunta Di Girolamo. Una vera e propria spartizione che avveniva con il “patto del biscotto”. La Procura ha messo sotto la lente appalti e relative proroghe con determine, reclami e frazionamenti. I bandi, secondo la Procura, sarebbero confezionati su misura, con l’obiettivo di favorire alcune cooperative e in questo, secondo il procuratore capo Alberto Liguori e il sostituto Raffaele Iannella, si configurerebbe l’associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d’asta.
Uno dei fascicoli coinvolge l’assessore Stefano Bucari e riguarda i servizi cimiteriali, assegnati alle cooperative Alis e Solco. A loro la prima assegnazione scade nel 2013. Da allora si procede con proroghe attraverso determine dirigenziali. SI arriva a gara con un importo di 450mila euro. Nel novembre 2014 la Alis però presenta un reclamo per la procedura di gara. Si procede all’annullamento della gara ed ecco che il servizio prosegue affidato in proroga alla Alis mentre la Ultraservizi svolge servizio di manutenzione del verde. Il tutto, secondo la Procura, configurerebbe “illecito frazionamento”.
Capitolo a parte per Massimo Piacenti, invischiato nel capitolo delle mense. “Siccome io…nelle ultime elezioni finanziai il sindaco con 3mila euro, lui me ne porta 15 milioni di lavoro”, ha detto intercettato. Frase che però i suoi avvocati si sono affrettati a bollare come uno scherzo. Nella telefonata Piacenti dileggia due consiglieri comunali e poi ragiona con l’interlocutore che gli dice: “Oddio, te porta 15 milioni de lavoro ma non so 15 milioni de guadagno per come vanno le cose qua” E Piacenti risponde: “No, c’è anche il pericolo che ci sia qualcosa di perdita dentro…però per fa un figurone lo dovevo dì così, insomma”. Anche la frase: “So appalti boni, ce se guadagna”, rivolta ad un imprenditore della ristorazione, viene definita come battuta.