In tanti in marcia ad Assisi per la pace in Palestina: ” Fermare la guerra”
Un grande drappo con i colori dell’iride simbolo della pace ha aperto il lungo corteo della marcia straordinaria da Santa Maria degli Angeli alla Basilica di San Francesco ad Assisi. Più indietro una bandiera della Palestina insieme a tante altre con i colori arcobaleno mentre non si sono viste quelle di Israele. Un lungo serpentone che ha marciato senza particolari slogan lungo l’ultimo tratto di quello che è il tradizionale percorso della marcia della pace che si avvia da Perugia. Prima della partenza gli appelli “perché le armi tacciano”. La marcia di oggi ha provato a suggerire una strada alternativa alla violenza, mostrando vicinanza e solidarietà ai popoli coinvolti. Alla Domus Pacis di Santa Maria degli Angeli questa mattina si è svolto un incontro pubblico “dei costruttori di pace”, dove hanno partecipato anche don Luigi Ciotti e padre Alex Zanotelli. La marcia vera e propria è partita invece dopo pranzo. Secondo gli organizzatori l’unica soluzione politica possibile può essere solo una: “Israele e Palestina: due Stati per due Popoli. Stessa dignità, stessi diritti, stessa sicurezza”. Al corteo del pomeriggio hanno preso parte, tra gli altri, anche la segretaria del Partito democratico Elly Schlein, quello di Sinistra italiana Nicola Fratoianni e il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. Per la Schlein c’è la necessità di “fermare il rischio di un vero e proprio genocidio in Palestina. C’è la necessità di un cessate il fuoco umanitario immediato per quello che sta succedendo a Gaza dove si è già passato il segno”. Per la leader del Pd “abbiamo bisogno di salvare e proteggere tutti i civili, di pensare al futuro e di far riprendere il percorso di pace in Medio oriente verso la soluzione di due popoli e di due stati” . La Schlein poi precisa che “la situazione era insostenibile per il popolo palestinese anche prima” e che “Hamas non è il popolo palestinese e fare questa equazione non è solo un errore ma un favore a questa organizzazione che invece va isolata sia nel popolo palestinese che nel mondo arabo”. Per la segretaria del Pd “in questo momento bisogna trovare gli interlocutori, sia dal lato palestinese che israeliano per ricostruire la pace. Non lo può essere Hamas, un’organizzazione terroristica ma nemmeno il governo attuale di Netanyahu che ha esponenti di estrema destra che nemmeno riconoscono la causa palestinese e stanno armando la violenza nei confronti dei coloni in Giordania”. Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, ha detto di stare “dalla parte delle persone, dalla parte dell’idea che bisogna cessare la guerra per impedire che ci siano altri morti e questo vale sia per i palestinesi che per gli israeliani”. Poi ha aggiunto: ” Attorno a queste guerre si sta giocando il nuovo equilibrio geopolitico nel mondo e quindi al centro deve esserci la vita delle persone”.