19 giugno: chi vince chi perde

di Pierluigi Castellani

La netta affermazione del M5Stelle a Roma ed a Torino registra indubbiamente una vittoria del movimento di Grillo. Sorprende la sconfitta di Piero Fassino il cui impegno per la città di Torino è da tutti riconosciuto. Eppure la rimonta della sua rivale Chiara Appendino fa pensare che siano altri gli orientamenti di voto che si sono verificati nei ballottaggi del 19 giugno. Non già una valutazione positiva del buon governo della città bensì una volontà di cambiamento purchessia. Un voler punire comunque chi viene ingiustamente additato come la casta o la vecchia politica con un innamoramento del nuovo, pure inesperto, che sembra non esser stato frenato dal PD, vieppiù inpegnato in questa campagna elettorale con tutti i suoi dirigenti a cominciare da Matteo Renzi. La sconfitta di Giachetti a Roma, seppure annunciata, ha avuto una dimensione tale che non lascia dubbi di sorta.Il caos in cui versa la città, il processo mafia capitale, il commissiariamento del PD, la vicenda Marino, tutto ha contribuito alla sconfitta di Giachetti, che generosamente ha fatto la sua battaglia senza risparmio. C’è però da registrare la vittoria del centro sinistra a Bologna ed a Milano. La riconferma di Merola a Bologna e la vittoria, per nulla scontata, di Sala a Milano stanno a significare la capacità di aggregazione che il PD ancora conserva unitamente ad un’ indubbia cultura di governo ,che al partito viene ancora riconosciuta dagli elettori. In Umbria c’è la bella soddisfazione della elezione a sindaco di Stefania Proietti appoggiata dal PD. Anche questa una vittoria per nulla scontata, che ha soprattutto premiato la determinazione con cui la prof.ssa Proietti ha saputo presentare il suo programma ad una città che nascondeva, in modo ancora un po’ latente, una decisa volontà di cambiamento. Insomma ci sono da registrare sconfitte e vittorie, ma le modalità con cui le due candidate dei 5 Stelle hanno conquistato città importanti come Roma e Torino stanno a dimostrare il pericolo che il PD e il centrosinistra stanno correndo. Quando il PD gareggia al ballottaggio con il centrodestra in genere prevale, mentre quando l’avversario è il M5Stelle soccombe. E questo sarebbe suffragato anche da alcuni sondaggi che darebbe il movimento di Grillo prevalere sul PD in un eventuale ballottaggio alle prossime elezioni politiche. La cosa più evidente che salta agli occhi è che nel ballottaggio i 5Stelle hanno una forza di attrazione nei confronti dell’elettorato di centrodestra, mentre questo non avviene nei confronti del PD. La verità è che non ci sono stati solo gli endorsement di Matteo Salvini nei confronti dei candidati grillini, ma c’è la stessa struttura del M5Stelle, molto ambiguo su temi cari al centrodestra (immigrati, rom, diritti civili, antieuropeismo), che suggeriscono all’elettore di potersi fidare del movimento di Grillo, che dichiarando di non essere nè di sinistra nè di destra alla fine rivela la natura populista e qualunquista, e quindi chiaramente di destra, del suo dna. Questa riflessione dovrebbe essere fatta soprattutto da quegli intelluali di sinistra, come Gianni Vattimo, che dichiarano di aver apertamente votato per i 5Stelle solo per fare dispetto a Renzi ed al suo PD. Ma tutto questo impone anche una riflessione a Renzi : perchè si è arrivati al punto che il confronto della politica italiana è tutto tra pro Renzi o contro Renzi? E’ una riflessione che il premier-segretario deve fare perchè per lui e per il Pd è assolutamente necessario uscire da questo accerchiamento. Ne va della sopravvivenza del governo, ma anche di tutto quel disegno riformatore ed innovatore che il PD ha voluto incarnare fin dalla sua nascita.

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