La buona scuola dell’Umbria

di Donatella Porzi

La scuola che abbiamo di fronte, per essere realistici, assomiglia a un grande edificio che ha parti ormai dimesse ma che nessuno si decide ad abbandonare, nuovi padiglioni in via di ultimazione ai quali è impensabile accedere, il corpo centrale che viene utilizzato anche se ci sono lavori di restauro in corso e, per finire, tanti progetti che per passare dalla carta alla realizzazione devono diventare possibilità concrete di sviluppo per le comunità al cui interno si trovano gli istituti di istruzione.

L’accelerazione che viene al sistema dell’istruzione da parte del programma “La buona scuola” deriva dal fatto di avere pensato ogni passaggio della trasformazione della scuola su base fortemente unitaria e nazionale. Perché quell’accelerazione, tuttavia, non si esaurisca e non perda la carica innovativa, di sistema, è necessario che il rilancio delle operazioni scolastiche – dagli spazi fisici dell’istruzione alla formazione degli insegnanti, dalla didattica alla sintonia con le esigenze del mondo produttivo – sia vissuto all’insegna del più profondo radicamento della riforma nei suoi riferimenti di contesto locale.

Che ne è, di questo obiettivo di fondo, nella realtà locale umbra? Quali esempi si possono portare per tratteggiare il quadro di quella casa dell’istruzione intorno alla quale si sta lavorando con diversi cantieri, andando dietro a varie opportunità con punti di partenza e risultati molto eterogenei, che vanno da alcuni picchi esaltanti a panorami molto meno entusiasmanti?

Con questa riflessione mi piacerebbe iniziare una ricognizione sullo stato della “buona scuola” in Umbria per parlare, concretamente, dei progressi e delle difficoltà che variamente l’istruzione e la politica, la scuola e la società registrano sul percorso del loro rinnovamento.

E’ per questo che ritengo fondamentale ed indispensabile, continuare con le tante iniziative che si sono realizzate via via nel territorio. L’ultima alla quale ho partecipato a Deruta, organizzata dal Dirigente Scolastico Lucio Raspa del locale Istituto Omnicomprensivo “Mameli-Magnini”, insieme al Dirigente Tecnico dell’USR Sabrina Boarelli, ad Ivana Barbacci  della Segreteria Regionale della CISL, e a Caterina Corsaro docente di scuola secondaria di secondo grado, ha registrato la partecipazione attiva di tantissimi insegnanti di ogni ordine e grado, che hanno voluto dire la loro rispetto ad una proposta, quella del Presidente Renzi e del Ministro Giannini, che per quanto incompleta e migliorabile rappresenta elementi di sicura positività: l’aver rimesso al centro dell’agenda politica e di governo la scuola e l’aver dato agli addetti ai lavori la posibilità di esprimersi nel merito, inviando critiche, suggerimenti  e proposte di modifiche. E dall’iniziativa di Deruta sono emerse molte opportunità in questa direzione, a dimostrazione della profonda esigenza di dibattito costruttivo che c’è oggi nella scuola.

Trovo importante questa possibiltà di contribuzione, ma ritengo che per essere realmente positivi, bisogna scendere dalle posizioni radicali. Bisogna far in modo, cioè, che l’approccio a questa partecipazione  avvenga  con il giusto senso di responsabilità di chi, attore o spettatore attento del sistema, può dare un contributo fattivo e positivo a rendere la proposta il più completa possibile, più vicina e pertinente ad un mondo che rappresenta una dimensione fondamentale per una società civile, unica, particolare e non paragonabile a nessun altro sistema, quello della formazione dei nostri figli.

 

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