Cosa cambia con il voto del 5 giugno

di Pierluigi Castellani

I risultati del primo turno delle consultazioni del 5 giugno consegnano al ballottaggio tutte le più grandi città interessate al voto e vedono il PD raggiungere il ballottaggio in 4: Torino, Milano, Roma, Bologna, mentre lo costringono al terzo posto, e quindi fuori dal secondo turno, nella città di Napoli. Al di là delle dichiarazioni degli interessati questo dato rivela la forte affermazione dei candidati dei 5Stelle a Roma e Torino dove vanno al ballottaggio, in prima posizione a Roma,  ed in seconda a Torino ma con un buon 30%. Ciò significa che il M5Stelle è oramai ben radicato nel sistema politico italiano e diventa la vera alternativa al centrosinistra. Se dovesse conquistare Roma porrebbe una seria ipoteca sul risultato delle prossime politiche, mentre il centrodestra unito, anche con l’appendice del NCD alfaniano, conquista la seconda posizione a Milano, ma a pochissima distanza, neppure un 1%, da Sala, il candidato del PD e della sinistra di Pisapia. Insomma il PD e Renzi se sono ancora in partita in 4 città importanti registrano però un rallentamento della capacità di attrazione dimostrata in altre occasioni, mentre l’apporto dei verdiniani a Napoli si dimostra ininfluente se non dannoso. Certamente lo spazio del centrodestra risulta il più disastrato con l’evidente tramonto berlusconiano e la lotta feroce per la leadership instaurata da Salvini con l’appoggio della Meloni. Quindi il panorama politico dopo il 5 giugno mostra segni di cambiamento rispetto soprattutto a quel tripolarismo che sembrava oramai assodato. Il centrodestra infatti se non ritrova una guida ed una nuova identità rischia di poter giocare di rimessa soltanto come alleato, in subordine, dei lepenisti di casa nostra, tentati forse per i ballottaggi da un abbraccio (mortale?) con i 5Stelle in funzione antirenzi. Infatti sta qui il rischio più grosso per Renzi, quello di suscitare nei ballottaggi, l’unione sacra di tutti gli altri, non certo su programmi condivisi, ma cementati soltanto dall’intento di far fuori il capo del governo.

Anche in Umbria il voto rivela luci ed ombre, perchè nel mentre viene confermato il sindaco Bacchetta a Città di Castello al primo turno alla guida di una coalizione di centrosinistra e mentre si registra il raggiungimento del ballottaggio ad Assisi della candidata Stefania Proietti, sostenuta anche dal PD, il PD perde Amelia ed altri piccoli comuni del ternano e non riesce a riconquistare Nocera Umbra, come pure era negli auspici di tutti. Ora resta la battaglia per il secondo turno del prossimo 19 giugno. Il centrosinistra deve riconquistare la sua capacità di attrazione dimostrata in altre occasioni e soprattutto il PD umbro deve ricollegarsi al centro di un progetto di governo del territorio che tenga conto di tutte le novità e cambiamenti, cercando di dimostrare con i fatti l’inconsistenza di chi, si vedano i 5Stelle e la Lega, gioca strumentalmente la carta dell’antipolitica non avendo una vera cultura di governo, come è stato dimostrato in quei comuni a guida di questi partiti.

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