I morti di Manchester

di Pierluigi Castellani

Le giovani vittime ed i tanti feriti dell’attacco terroristico di Manchester ripropongono alla nostra coscienza ed alla nostra attenzione il tema del terrorismo. Non c’è vera tregua in questa guerra che oppone il mondo intero alla fanatica ideologia dell’Isis, che fa del terrore un’arma terribile nei confronti dei nostri stili di vita, dell’assetto delle nostre società. Non c’è nessun paese al mondo che  può chiamarsi fuori, né l’America, né l’Europa , né il martoriato medio oriente. E purtroppo ancora non c’è una strategia comune che unisca gli Stati, che si trovano sotto questo attacco.

E si badi bene il dramma di Manchester sta a dimostrare che le vittime dell’Isis sono soprattutto le persone normali, che vogliono vivere e divertirsi serenamente, sono loro che pagano un grande tributo di sangue e non già le persone in vista o i potenti di turno, che essendo protetti 24 ore su 24 sono un difficile bersaglio per i cosiddetti lupi solitari o gli affiliati all’Isis dell’ultima ora. Non si può perdere altro tempo. I paesi oggetto di questo feroce attacco debbono elaborare strategie comuni, di prevenzione e di difesa, che investano intelligence, servizi speciali, forze dell’ordine e di polizia di ogni genere. Nessuno si può salvare da solo perché il fronte di guerra non è lontano da noi, ma è dentro le nostre città, i nostri luoghi di ritrovo, i nostri beni artistici e culturali. La storia recente di questi attacchi terroristici lo dimostra. L’Inghilterra, oggi sotto attacco e cuore della tragedia di Manchester, non può considerarsi un’isola, forse dovrebbe ripensare anche la Brexit, perché una maggiore intesa con l’ Europa sul tema cruciale del terrorismo potrebbe migliorare la sua difesa nei confronti di questa minaccia. E che dire della politica di Trump? Il viaggio del presidente americano negli stati arabi e nel medio oriente sembra contraddire la politica di Obama per un’alleanza contro il terrorismo più ampia e coinvolgente. Sembra miope il tentativo di Trump di isolare l’Iran, quasi che fosse possibile prescindere dall’Iran e dai suoi alleati ( Russia compresa)  per un fronte comune contro l’Isis, solo per apparire conciliante amico nei confronti dell’Arabia Saudita e della politica israeliana di Netanyahu.

La verità è che il terrorismo di matrice islamica prescinde dal tradizionale conflitto interreligioso tra sunniti e sciiti e tra arabi ed ebrei. C’è qualcosa di altro, c’è un persistente radicalismo, serpeggiante e nascosto nelle nostre società, che oggi si sposa con un particolare fondamentalismo religioso, tanto che ha fatto dire a qualcuno che non è l’islam che si radicalizzato, ma il radicalismo che si è islamizzato. Questo vuol dire che per mettersi al riparo da ogni pericoloso radicalismo occorre una politica che disarmi tutte le coscienze e che precluda il radicalizzarsi di ogni ingiustizia ed iniquità. Finchè c’è grande diseguaglianza nel mondo, finché vengono tollerati focolai di guerra, finchè non si persegue con tenacia una politica di pace ovunque necessario ( si pensi al lungo contenzioso tra Israele e Palestina) il pianeta sarà sempre a rischio del terrorismo e del radicalismo. Ebbene dirci questa scomoda verità oggi che piangiamo le giovani vittime innocenti di Manchester.

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