Le dimissioni di Napolitano, le riforme e la durata della legislatura

Il panorama politico italiano si sta affollando di un inevitabile ingorgo dovuto alle probabili dimissioni del Presidente della Repubblica ed agli appuntamenti parlamentari per il varo delle riforme e della nuova legge elettorale. Tutto questo rischia di mettere in forse anche la stessa durata della legislatura, perché un qualunque incidente parlamentare sul cammino delle riforme implicherebbe le dimissioni del governo Renzi e con ogni probabilità la fine anticipata della legislatura. Di questo è certamente consapevole il Presidente del Consiglio, mentre non si sa se la medesima consapevolezza sia in capo ai suoi oppositori all’interno ed all’esterno del PD. L’incertezza economica certamente pesa sulle decisioni degli attori politici anche se ,da tutti annunciata, sembra profilarsi una debole ripresa per il 2015.

Gli ultimi atti del Presidente della Repubblica conducono a pensare ad un suo probabile addio nei primi del prossimo anno e l’elezione del nuovo Capo dello Stato già infiamma gli animi ed i corridoi della politica rendendo tutto più difficile. Infatti da parte degli antirenziani del PD, degli antiberlusconiani di F.I., così come da parte della galassia dei piccoli partiti ,sembra non si attenda altro per contare, per predisporre imboscate parlamentari e quindi costringere Renzi a trattare su tutto cercando di ridimensionarne il ruolo e la leadership, mentre il M5 stelle ,sull’orlo dell’implosione, non può essere affidabile per nessun contraente politico. Renzi se si troverà davanti lo scoglio della elezione del nuovo Capo dello Stato senza aver incassato il via libera per la nuova legge elettorale e la prima lettura della riforma del Senato potrebbe essere tentato di far saltare il banco per costringere allo scoperto tutti coloro che vogliono ridimensionarlo senza però pagare il pegno di nuove elezioni. Certamente il sentiero che si trova di fronte il Presidente del Consiglio è stretto e qui si vedrà se le riconosciute capacità di Renzi sono tali da farlo togliere dall’impaccio da cui questo ingorgo parlamentare rischia di costringerlo.

Si dirà ed agli italiani ed ai problemi del paese chi ci pensa ? Ma qui sta proprio il punto. La nostra democrazia non è da poco che è affaticata da condizionamenti reciproci, da stallo nei confronti delle necessarie riforme, da veti contrapposti. Chi non si avvede di questo è sull’orlo di una palese irresponsabilità. Per questo le riforme annunciate dal premier Renzi : superamento del bicameralismo, nuovo mercato del lavoro, riforma fiscale e della pubblica amministrazione, non solo sono essenziali per la ripresa economica da tutti attesa, ma anche per rendere efficiente la nostra democrazia, perché tale non è una democrazia che non decide, che – ad esempio -si palleggia da anni una riforma da tutti condivisa come il superamento del bicameralismo.

Ecco perché i prossimi mesi sono importanti per il nostro paese ma anche per la stessa Europa, che non cambierà di passo, come da tutti auspicato, se vedrà uno degli indispensabili interlocutori ,come l’Italia , azzoppata da una politica non all’altezza delle sfide che questo nuovo secolo pone davanti a tutti.

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