L’ITALIA E IL GOVERNO LEGA-5STELLE

di Pierluigi Castellani

Sembra che oramai si vada verso una bocciatura da parte della Commissione Europea della legge di stabilità 2019 proposta dal governo Salvini-Di Maio con il conseguente avvio della procedura di infrazione per deficit eccessivo. A nulla appaiono valere le aperture al dialogo del duo Conte-Tria dal momento che mantengono ferma la pregiudiziale di non accettare nessuna modifica alla manovra nei sui dati essenziali. Questo sta comportando un evidente isolamento dell’Italia nell’eurogruppo dove il nostro paese si trova sotto attacco proprio dai paesi sovranisti, come l’Olanda e l’Austria, amici del vicepremier Salvini. Cercarsi le alleanze sbagliate è stato un altro dei clamorosi errori del nuovo governo con conseguenze assolutamente negative nel ridisegno della politica internazionale, che sta avvenendo con l’America di Trump e la Russia di Putin. Sia Trump che Putin, anche questi dichiaratamente amici di Salvini, sembrano intenzionati a destabilizzare l’Europa per un politica di unilateralismo, che da una parte vede Trump intenzionato a sganciarsi dai suoi obblighi ( Nato) con l’Europa e l’Occidente e dall’altra Putin, che sta perseguendo una sua politica  di rafforzamento dell’influenza della Russia nel mondo ed ove l’Italia potrebbe essere la pedina da utilizzare per sfaldare l’Europa ed avviare con maggiore decisione la espansione russa  verso l’ovest come da antica sua tradizione imperialista. Ebbene sull’Europa, sul suo rafforzamento, sulla sua necessaria integrazione e maggiore interna solidarietà l’Italia non sta dicendo nulla, rimanendo continuamente sotto scacco per questo suo, non certo splendido, isolamento. Ma ci sono anche conseguenze interne dell’ arroccamento del nostro paese nella difesa di una manovra economica, che non ha nessuna visione di crescita e sviluppo. Lo spread sta salendo e rimane stabilmente sopra la soglia dei 300 facendo lievitare  il costo degli interessi sul nostro debito. Già si calcola che per quest’anno il costo degli interessi è cresciuto di tre miliardi. Ed i prossimi anni? A nulla valgono le preoccupate prese di posizione della Confindustria e degli operatori economici non inclini alla speculazione. Le misure, capisaldi della manovra per il duo Salvini-Di Maio, e cioè la quota 100 per le pensioni ed il reddito di cittadinanza, si stanno  rivelando sempre più promesse elettorali realizzabili soltanto con costi altissimi per la finanza pubblica. A nulla valgono i preoccupati anche recenti avvertimenti del presidente dell’INPS Boeri sulla mancanza di coperture sufficienti per consentire l’uscita dal lavoro di chi vanta 62 anni di età e 38 anni di contributi e la mancanza di indicazioni precise su chi potrà accedere alle 780 euro mensili. Le condizioni infatti possono restringere o ampliare a dismisura la platea degli aventi diritto con la conseguenza, in quest’ultimo caso, di scassare i conti pubblici e fare aumentare in modo insopportabile il lavoro nero. L’unica risposta che si è avuta dal governo a queste preoccupazioni è stata quella di Salvini, che ha detto a Boeri “ si dimetta dall’Inps e si candidi alle elezioni”. C’è in questo atteggiamento un’indubbia e pericolosa insofferenza nei confronti delle istituzioni indipendenti di garanzia il cui unico compito è quello di difendere tutti i cittadini e le nuove generazioni, caposaldo questo di ogni vera democrazia. Ed allora si torna ancora una volta alla principale preoccupazione, che serpeggia in molti attenti alle cose politiche di casa nostra. Qual è il futuro della democrazia italiana? E’ quello di una democrazia liberaldemocratica di stampo occidentale come è stata conosciuta fino ad ora o quella di una democrazia con forti venature autoritarie come si sta affermando in qualche paese dell’est europeo e che ha come esempi l’autoritarismo di Putin in Russia e di Erdogan in Turchia?  Sta qui la domanda a cui prima o poi saranno chiamati a rispondere gli italiani.

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