Ripartire dai bisogni

di Pierluigi Castellani

Ripartire dai bisogni. Questa può essere la sintesi dell’affollato incontro promosso a Trevi dai consiglieri regionali Luca Barberini, Eros Brega, Donatella Porzi, Marco V. Guasticchi e Andrea Smacchi, incontro conclusosi con un intervento dell’on. Gianpiero Bocci sottosegretario di stato all’interno. Ripartire dai bisogni, perché tutti gli interventi programmati di esponenti del mondo del lavoro e della società umbra hanno evidenziato come la nostra regione abbia subito più di altre la crisi con una perdita secca negli ultimi anni di otto punti di Pil e perché il diffuso welfare regionale, che fino ad ora ha garantito la coesione della società umbra, ora mostra la necessità di un rilancio e di un ripensamento. L’invecchiamento della popolazione, le nuove povertà che stanno emergendo, come anziani soli, giovani disoccupati, famiglie con persone disabili pongono problemi nuovi che spesso la famiglia tradizionale, vero ed unico ammortizzatore sociale di questi anni, non è più in grado di gestire. Così è per le imprese il cui piccolo non è più così tanto bello, perché essendo caduta la domanda interna la crisi può essere superata solo dalle aziende che riescono ad esportare i propri prodotti e per far questo hanno bisogno di misurarsi con l’innovazione e con il cambiamento.

A fronte di tutto questo occorre ripensare e rilanciare la politica regionale, che deve riacquistare tutta la necessaria autorevolezza. Naturalmente in Umbria non si parte dall’anno zero perché i governi della sinistra nella nostra regione hanno saputo fare scelte di campo a favore del sociale e del mantenimento del welfare assicurando insieme servizi sociali e sanitari efficienti. Ma oggi la realtà impone un cambiamento, sono cambiate le domande perché sono mutati i bisogni ed alla pubblica amministrazione, che nel passato è stata una garanzia diffusa di occupazione  oggi giustamente si chiede maggiore efficienza e trasparenza, come anche le riforme avviate nel paese reclamano. Per questo c’è bisogno in Umbria di una verifica ed un aggiornamento delle riforme fatte, come quella della sanità, che deve vedere una maggiore integrazione della rete ospedaliera, del superamento delle comunità montane, delle aziende partecipate ad iniziare dalla Sviluppumbria, del superamento delle province, riconvertite in organismi di area vasta. C’è infine un adeguamento delle strutture di formazione, dalla scuola alle Università, perché il superamento della crisi passa soprattutto, come è stato con forza ricordato, da un maggiore investimento sul capitale umano.

Infine l’Umbria non deve trovarsi impreparata di fronte al tema che si porrà dopo la riforma del Senato, quello della riforma delle regioni. Il problema delle macroregioni è soprattutto echeggiato nell’intervento del sottosegretario Bocci. L’Umbria, è stato detto, deve attuare momenti di forte integrazione con le regioni contermini e non porsi di fronte a questo tema in modo schematico come se fosse risolvibile tratteggiando dall’alto i nuovi confini delle regioni. La nuova stagione del regionalismo, che si impone, va vissuta dall’Umbria come un’opportunità, che in modo trasparente riconduca i cittadini alla politica dopo la stagione degli scandali e delle inchieste, che hanno visto le regioni messe sul banco degli imputati. Riprendere con lena la necessità di un nuovo regionalismo partendo dai bisogni dei cittadini, questo è il messaggio lanciato a Trevi, che siamo convinti troverà molto attento il PD regionale nel suo complesso.

 

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