PAPA FRANCESCO E LA RIFORMA DELLA CHIESA

Di Pierluigi Castellani
Papa Francesco non fa che stupirci. La pubblicazione della sua esortazione “Evangelii gaudium” conferma la sua scelta per una Chiesa dei poveri che si rivolge a tutte le periferie del mondo. Una Chiesa che non è postconciliare, ma che è il Concilio vissuto nella nostra contemporaneità, che è gioia e misericordia perchè illuminata dalla luce di Cristo. Le sue prime esternazione, il suo non voler apparire se non Vescovo di Roma, che incarna il magistero petrino con uno spirito di apertura verso i confratelli vescovi di tutto il mondo, le sue raccomandazioni perchè, prima di condannare e di ricordare precetti e prima di insistere sui principi etici, si predichi il Vangelo, che è annuncio di perdono ,di salvezza, di gioia, lo rendono così vicino ai drammi ed alle angosce del nostro tempo e offrono a tutti noi una grande speranza.

 

Si dice, ma è tutto da verificare, che abbia accompagnato, qualche notte in incognito, il suo elimosiniere per le vie di Roma per soccorrere i senza tetto , uscendo dal Vaticano con una Fiat Qubo bianca, targata SVC, ma è certo che vuole affrontare la riforma della Curia, ed ha cominciato dall’IOR, e che ha detto che all’interno della riforma della Chiesa c’è anche la riforma del papato.

 

Insomma ci voleva un Papa venuto dalla fine del mondo per rincuorare i credenti, per avvicinare i lontani, per ricordare a tutti noi che per essere cristiani occorre accettare la radicalità del Vangelo, il Vangelo “sine glossa” come ricordava il Santo di Assisi, che a Papa Bergoglio ha prestato il suo nome. E’ iniziata quindi una nuova stagione della Chiesa, che impone a tutti una nuova conversione, una nuova responsabilità, un nuovo impegno. Questo deve dare anche una nuova dimensione alla politica, perchè anche la politica sani le ferite , porti pace e giustizia e sia capace di dare un nuovo ordine sociale ed economico al nostro tempo, diminuendo le povertà e le ingiustizie, perchè solo così la politica potrà essere, anziché mero esercizio di potere, quella più alta forma della carità, come a suo tempo, ci ha ricordato Paolo VI.

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