Terni, c’è anche il dna di Bellini sulla maglietta che l’ucraino aveva nascosto

TERNI – Ad incastrare l’ucraino, Halan Andriy, sono state le tracce di sangue ritrovate sulla maglietta che ha cercato di nascondere in casa appena compiuto l’omicidio. I Carabinieri lo aveva intercettato da qualche giorno ed il presunto omicida è stato arrestato così domenica mattina.

Sandro Bellini, 53enne ternano, vedovo ormai da qualche anno, aveva trovato nell’ex compagna di Halan Andriy “la sua nuova vita”. Una donna da amare, più giovane di lui, un amore spezzato dalla gelosia. Un nuovo bagliore di vita in un momento triste della sua vita. Halan Andriy viveva ancora in casa con lei, nonostante si fossero separati da tempo. La folle gelosia e “possessione” nei confronti di quella donna avrebbe accecato l’ucraino.

Non ci avrebbe pensato due volte ad uscire di casa, raggiungere Bellini – stando a quanto dicono gli investigatori – ed ucciderlo, probabilmente a coltellate anche a giudicare dalla quantità notevole di sangue trovata in quegli abiti. Sarà comunque l’autopsia ad accertare la reale causa di morte del ternano. Con gli abiti ancora sporchi di sangue avrebbe preso il corpo per gettarlo nel fiume Velino, dove domenica mattina è stato ritrovato Bellini. Esattamente nel punto dove le tracce lasciate dall’utenza telefonica dell’ucraino avevano registrato il suo passaggio. Ma non quelle dell’utenza del Bellini: questo – secondo gli inquirenti – sta a significare che l’idraulico ternano sarebbe stato trascinato e poi gettato nel fiume già privo di vita.

Si attendono ora gli esami dell’autopsia sul corpo dell’uomo anche se ad incastrare il muratore 44enne ci sono quelle macchie di sangue sugli abiti ritrovati nascosti a casa. Inviati ai Ris dei Carabinieri di Roma, hanno fornito una risposta incontestabile: il sangue è di due persone: Halan Andriy e Sandro Bellini.

Il loro DNA inchioda l’ucraino.

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