Un argine a Salvini

di Pierluigi Castellani

Lo straripante protagonismo del Ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini non solo sta condizionando tutta la politica del governo Conte, che sembra assorbita soltanto dal problema dell’immigrazione, ma anche sta sollecitando l’opposizione , e non solo, ad adottare una strategia per mettere argine a questa invadente presenza del leader leghista. C’è certamente il problema di costringere l’Europa a farsi seriamente carico di una politica di governo dei flussi migratori ma non si può non constatare come l’attivismo di Salvini e le sue continue esternazioni, pur proficue sul piano elettorale stando ai sondaggi, non offrono alcuna seria soluzione al problema. L’Italia si trova sempre più isolata , in rapporti freddi con l’asse franco-tedesco e alleata dei paesi del gruppo di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia) e di quei paesi come l’Austria dove la estrema destra è al governo, che si rifiutano nel modo più assoluto di accogliere profughi sul loro suolo.

Come farà il governo lega-pentastellato a chiedere la solidarietà dell’intera Europa quando questi paesi sono proprio quelli che si rifiutano di rivedere il regolamento di Dublino e di finanziare gli aiuti ai paesi dell’Africa, terra di origine di gran parte degli immigrati. Senza contare che il confronto politico italiano rimane bloccato sulla questione dell’immigrazione mentre l’Italia stenta a riprendere con maggiore dinamismo la strada dello sviluppo e del risanamento dei conti pubblici in un quadro economico che registra le fibrillazioni del mercato e la risalita dello spread. Di Maio e i 5Stelle sembrano arrancare dietro le performances di Salvini ed il loro appannamento configura il governo, a cui anche loro hanno dato vita, con caratteristiche sempre più di destra sovranista e populista. Questo spostamento sempre più a destra del governo giallo-verde sta producendo un fenomeno di progressivo sganciamento dall’orbita pentastellata dei commentatori politici ed intellettuali, che hanno contribuito non poco al successo elettorale dei 5Stelle. Si arriva al punto che Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, che tanto si è adoperato a diffonder discredito nei confronti del PD, addebita proprio al PD la colpa di aver consentito lo spostamento a destra del governo italiano. La tesi di Travaglio, e non solo, è che il PD dicendo di no ad un’alleanza con i 5Stelle ha permesso che il movimento di Grillo venisse risucchiato nell’orbita salviniana. Sarebbe un po’ come dire che la colpa dello stupro è della vittima, perché se la vittima avesse acconsentito la violenza  e quindi lo stupro non ci sarebbero stati. Ma la colpa più grave di chi ,in modo più o meno consapevole, ha fiancheggiato il movimento di Grillo è il non essersi accorto che dietro chi perentoriamente si dichiarava “né di destra né di sinistra” c’era una cultura qualunquista, che è il terreno fertile su cui nasce poi il populismo. E’ però certo che il PD ed anche l’opposizione non di sinistra non possono sottrarsi al dovere di costruire un argine a Salvini, che rischia di portare l’Italia fuori dall’Europa e da quella cultura occidentale, che è sì fatta di fermezza nei confronti di chi delinque, ma che non può alimentare e far crescere le paure, ma deve invece cercare di dissiparle e superarle , non mostrando solo i muscoli, ora con gli immigrati,ora con i rom e poi non si sa con chi altri,ma affrontando seriamente i problemi e costruendo un’agenda della politica, che tenga insieme sviluppo e lotta al disagio sociale, fedeltà alle alleanze e costruzione di una Europa più solidale.

Non è con gli Orban, con la Le Pen e con l’Austria della destra, che si costruisce un’Europa migliore. Forse si guadagnerà qualche voto in più, ma si viene meno al dovere della politica, che è quella di offrire concrete risposte al benessere dei cittadini, senza innalzare antistoriche barriere, che nel passato hanno condotto dove la storia ci ha insegnato.

 

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