Un po’ di chiarezza per il prossimo 27 ottobre

di Pierluigi Castellani

L’infuocata campagna elettorale, che ci sta conducendo verso le elezioni regionali del 27 ottobre,

rischia di offuscare i veri temi che invece riguardano da vicino l’Umbria. La contemporanea presenza nella nostra regione dei tre leader del centrodestra ha chiaramente connotato queste elezioni come un test nazionale per cercare di delegittimare il nuovo governo giallo-rosso mettendo in sordina i problemi regionali e le questioni che la nostra regione dovrà affrontare nei prossimi anni. Che poi questa massiccia presenza dei vertici di Lega, FDI e FI sia avvenuta per firmare un manifesto pro famiglia rivela tutta la strumentalità degli argomenti con cui si vuole distrarre l’elettorato umbro. A nessuno dei presenti alla firma è venuto il dubbio che lo schieramento di quei leader aveva niente a che fare con la famiglia?  Naturalmente non si vuole qui contraddire il Vangelo che raccomanda di non giudicare, ma sottolineare il fatto, soprattutto per chi ostenta continuamente simboli religiosi e giura su di essi, che la fede non è solo norme , precetti e simboli ma conversione interiore, vita nuova e naturalmente comportamenti coerenti. Altrimenti è solo strumentalizzazione, tentativo maldestro di catturare il voto dei cattolici, di quei tanti che , ad esempio, certamente non si rallegrano delle vite degli innocenti perdute nel Mediterraneo. Fare chiarezza significa anche riportare il confronto sui temi dell’Umbria, sulla nuova svolta che occorre imprimere alla regione perché non venga inesorabilmente risucchiata tra le regioni del sud Italia dalle quali è stata sottratta negli anni passati grazie al governo del centrosinistra. E parlare di famiglia significa parlare di inclusione sociale, di efficienza dei servizi sociali e sanitari, di piani per la disabilità e di lavoro per i giovani. Queste cose, nonostante una feroce campagna denigratoria, non è vero che non siano state assicurate fino ad ora dalle nostre istituzioni locali e regionali. Certo c’è molto da migliorare, da rendere più prossimo ai bisogni della gente, ma occorrono anche nuove risorse, che certamente non potrebbero essere assicurate se passasse il testo della autonomia differenziata proposta dalle regioni del Nord così tanto sostenuta da Matteo Salvini. Rompere la solidarietà tra le regioni,  significa non solo rompere l’unità nazionale ( a proposito dove sono i sovranisti ora tanto nazionalisti?), ma rendere impossibile all’Umbria di tentare di riprendere il cammino della crescita e dello sviluppo. Fare chiarezza significa anche dare una lettura non strumentale della concorsopoli umbra. Se ci sono stati errori e colpevoli, questi verranno puniti, ma non si può nascondere il fatto che la sanità umbra è giudicata tra le migliori d’Italia. E poi verrebbe da chiedersi: ma da quale pulpito viene la predica, da chi forse ha condanne passate in giudicato alle proprie spalle e da chi tanto garantista a livello nazionale per le questioni che lo riguardano poi diventa giustizialista appena esce dal casello dell’autostrada ad Orte? Sta mancando l’occasione per un serio confronto sull’Umbria, perché le continue distrazioni portano lo scontro ad un livello che è proprio del parlamento nazionale, che non si sta rinnovando con buona pace di Salvini, perché il 27 ottobre si rinnova il consiglio regionale dell’Umbria e sarebbe opportuno che tutti recuperassero un minimo di razionalità, quella razionalità che serve ad affrontare problemi complessi, come quelli della nostra società, che non hanno bisogno di slogan troppo semplici per essere credibili. Una razionalità che non può essere nutrita di fake news, come quella di accreditare continuamente la volontà di aumentare le tasse, di non operare a favore delle famiglie, di abbandonare i disabili al loro destino o di attentare alla libertà dei cittadini, come i vari Salvini, Meloni e Berlusconi vogliono far credere a proposito del varo della nuova finanziaria da parte del governo giallorosso. Se si vuole criticare e modificare la nuova finanziaria lo si faccia in parlamento, ma non a danno dell’Umbria che vuole accingersi all’appuntamento del 27 ottobre con serenità e con il civismo che lo ha sempre contraddistinta.