Jp Industries, Comitato Rio Fergia: “Proposta irricevibile”

NOCERA UMBRA – Scoppia la polemica sulla proposta di Recchioni per il futuro dell Jp. “In riferimento alle dichiarazioni del sig Luciano Recchioni – dice Dario Toffano, presidente Comitato Rio Fergia – e in rappresentanza del comitato per la difesa del Rio Fergia di cui mi pregio esserne il presidente pro tempore,desidero fornire alcune doverose delucidazioni e chiarimenti,per evitare la propagazione di messaggi falsi e/o diffamatori che potrebbero recare danno di immagine e causare tensioni sociali.Premetto di avere massima stima e solidarietà delle persone che a vario titolo hanno perso o non trovano lavoro in una zona che sta vivendo la più grande crisi occupazionale della fascia appenninica”.

“Il sig Recchioni,con una superficialità disarmante,propone la panacea a tutti i problemi della JP Industries:vendersi la fontana di trevi.Si perché la sua proposta sembra quella mirabilmente raccontata da Totò nel mitico film. Evidentemente per il sig Recchioni,la sorgente del Rio Fergia è una ossessione che dura dai tempi in cui,componente della amministrazione comunale di Gualdo Tadino,si schierò a favore di una ulteriore concessione a una società”sodale”(definizione contenuta nella sentenza del CDS)di una ben più grande e conosciuta azienda del territorio. I vari gradi di giudizio,hanno dato torto alle amministrazioni e all’azienda.Senza commentare le posizioni successive del sig Recchioni,sempre a favore di amministrazione e azienda,in una analoga vicenda ma spostata in territorio limitrofo,mi limito a descrivere quali sono stati negli ultimi anni,i capisaldi della vicenda Rio Fergia”.

“Nel 1993,dopo una vicenda iniziata nel 1990 che vedeva contrapposta amministrazione di Nocera Umbra e comitato Rio Fergia,si raggiunse un accordo ratificato dalla stipula di un protocollo di intesa che stabiliva il prelievo di 8L/sec verso Gualdo Tadino e 20 L/sec verso Nocera Umbra.Il protocollo,firmato dai due comuni,Regione e comitato,assegnava le funzioni di controllo al soggetto giuridico comitato,in modo perpetuo. Nel 2011 con sentenza del commissariato agli usi civici,è tornata nella piena disponibilità dei cittadini,l’area denominata “Abutinato”,che detiene la proprietà collettiva di uso civico e gestita dall’Università degli uomini di Boschetto,Gaifana e Colsantangelo”.

“Nel frattempo è diventata legge dello Stato,la 168/2017,che attribuisce le competenze e le proprietà delle terre “gravate”da uso civico,comprendendo espressamente all’art 3 i corpi idrici. Se invece il sig Recchioni si riferisce alla sorgente”Capodacqua”,la situazione si fa ancora più grave in quanto tale sorgente,pur ricadendo ad altra comunanza del versante marchigiano,insiste nel medesimo bacino imbrifero del rio Fergia e ricade in un territorio soggetto ad uso civico di un “condominio”. Alimenta la rete idrica fabrianese con 40 L/sec ed è parte di un accordo programmatico,firmato negli anni 80 tra comune di Fabriano,Nocera Umbra e Antonio Merloni.Accordo che prevedeva la cessione di acqua in cambio della costruzione dello stabilimento di Colle di Nocera Umbra. La convenzione è scaduta nel 2012. Appare evidente quindi che mai la sorgente “Capodacqua”è appartenuta alla Antonio Merloni e di conseguenza alla JPI e la convenzione di cui sopra non ha mai contemplato la commerciabilità dell’acqua,ma ribadiamo solo l’uso per scopi idropotabili. Secondo la visione del sig Recchioni,auspicherebbe l’interruzione dell’erogazione ai cittadini fabrianesi a vantaggio di una realtà di imbottigliamento,che per poter fare impresa,dovrebbe richiedere una concessione non rilasciabile da regione Umbria in base alla legge regionale del 2008,su una sorgente probabilmente in territorio marchigiano o comunque molto prossima al confine regionale. Chi sarebbe poi il soggetto richiedente concessione?”.

La replica: “Si parla di sorgente di Capodacqua e non di Rio Fergia. Sorgente che è stata concessa in cambio dell’apertura dello stabilimento Merloni a Nocera”, replica Recchioni.