Città di Castello, nasconde 9 ovuli di hashish nel reggiseno: italiana finisce in carcere

CITTA’ DI CASTELLO – Una donna italiana di 38 anni, di Città di Castello, è stato arrestato nella tarda serata di mercoledì dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Città di Castello. Nel tardo pomeriggio del 9 novembre scorso, nella zona sud di Città di Castello, nel corso di un servizio mirato al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti, i carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri e della Stazione di Città di Castello notavano, nei pressi dell’uscita dalla E45, una macchina sospetta con targa italiana, con a bordo due persone. Gli operanti decidevano quindi di fermare il veicolo ed eseguire un controllo sugli occupanti per accertarne l‘identità. Durante queste operazioni, i due italiani, un uomo ed una donna, hanno assunto un atteggiamento ansioso ed agitato tanto da far suscitare nei militari il sospetto che potessero occultare qualcosa sulla sua persona o sul veicolo. A tanto, i militari dell’Arma procedevano a perquisizione scoprendo quindi che la donna all’interno del reggiseno nascondeva  9 ovuli di hashish, pari a circa 50 grammi.

La successiva perquisizione dell’abitazione della donna non è stata certo priva di sorprese. Nascosti in un comodino, i Carabinieri sono riusciti a trovare un ulteriore ovulo contenente 5 grammi circa di hashish e in due bustine di cellophane altrettanti dosi singole di cocaina. Sono stati inoltre rinvenuti e sequestrati materiale vario per il taglio ed il confezionamento degli stupefacenti. Complessivamente, lo stupefacente rinvenuto sarebbe stato sufficiente a preparare oltre 670 dosi, verosimilmente destinate ad essere vendute ai clienti dell’Alta valle del Tevere. Al termine degli accertamenti, la donna è stata arrestata in flagranza con l’accusa di detenzione al fine di spaccio di stupefacenti e l’uomo, un 31enne italiano, deferito in stato di libertà per concorso nello stesso reato. Al termine delle formalità di rito, l’arrestata veniva condotto presso la sua abitazione in regime di arresti domiciliari, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. In seguito, il Giudice del Tribunale di Perugia ha convalidato l’arresto e, su richiesta di patteggiamento delle parti in aula, ha condannato la donna ad anni 1 e mesi 10 di reclusione.

 

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