Dopo sei mesi ammette l’omicidio di via Galvani

TERNI –  Caso chiuso per il delitto di Via Galvani  a Terni quando venne ucciso sotto la propria abitazione il carpentiere 49enne albanese Demir Hyseni freddato la mattina dello scorso 18 luglio. La procura di Terni ha concluso le indagini preliminari contro l’imputato sessantenne Kujtim Beli, connazionale e detenuto a Terni, è accusato di omicidio volontario premeditato, oltre che di aver detenuto illegalmente l’arma del delitto. Rischia una condanna pesante: probabile che dopo la fissazione dell’udienza preliminare, il suo legale difensore – l’avvocato Francesco Mattiangeli – chieda il giudizio abbreviato. E dopo sei mesi confessa l’omicidio. I dettagli. Dopo aver ucciso il ‘rivale’, Kujtim Beli aveva gettato la pistola in un cassonetto ed era fuggito verso la stazione, per prendere il primo treno utile per Bari. Immediate le indagini dei carabinieri di Terni che, fra rilievi, testimonianze e analisi del segnale telefonico del soggetto, lo avevano intercettato al porto del capoluogo pugliese, mentre stava cercando di ‘piazzare’ a poche centinaia di euro l’auto con cui era giunto in Italia, a bordo di un traghetto. Un piano andato a monte grazie all’Arma ed ora i familiari della vittima – la moglie ed i suoi tre figli assistiti dall’avvocato Cristina Rinaldi – chiedono giustizia per il proprio caro, strappato alla vita proprio mentre stava andando al lavoro.

«Chiede perdono» «Nell’interrogatorio reso, su sua richiesta, all’autorità giudiziaria – afferma l’avvocato Mattiangeli – il mio assistito ha chiesto più volte perdono ai familiari della vittima. Lui è consapevole che potrebbe passare in carcere il resto della propria vita, vista la gravità di quanto compiuto».

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