Buco di bilancio nel Comune di Montefalco, processo per due tecnici: accusati di falso ideologico

La vicenda del buco di bilancio del Comune di Montefalco finisce in Tribunale. Due tecnici dell’allora amministrazione comunale, quando sindaco era l’attuale presidente della Regione Donatella Tesei, sono accusati di falso ideologico.  Proprio ieri si è svolta la prima udienza davanti al giudice del Tribunale. Gli imputati sono il dirigente finanziario, Luca Tocchio, e il revisore dei conti di allora, Fabio Ciotti. Il Comune di Montefalco si è costituito parte civile. A luglio ci sarà la seconda udienza e saranno sentiti i testimoni della Procura della Repubblica. Per il sostituto procuratore Fernanda Cherubini l’atto del febbraio 2019, quello relativo al rendiconto dell’esercizio finanziario 2018  con il quale si è approvato il riaccertamento dei residui attivi e passivi degli esercizi precedenti,  è ” ideologicamente falso” in quanto vengono riportati “dati contabili non veritieri”. Sarebbero, infatti,  riportati residui attivi “insussistenti per indebito o erroneo accertamento del credito per un importo pari a 2.674.560 euro”. Al revisore dei conti, invece, viene contestato il falso ideologico per aver “omesso di rilevare l’insussistenza o comunque l’erroneo accertamento dei crediti di ratei attivi”. Per gli inquirenti tali comportamenti avrebbero “indotto in errore la giunta e il consiglio comunale sulla genuinità dei dati forniti”. Il caso del buco di bilancio arrivò negli uffici della procura della Repubblica di Spoleto con una segnalazione del successivo dirigente finanziario Giuliano Antonini. Il disavanzo che fu accertato, dopo le accuse dell’opposizione e non solo, ammontava a più di quattro milioni di euro. Una cifra enorme per un piccolo comune come Montefalco guidato per dieci anni e fino ai primi mesi del 2019 dall’allora sindaco Donatella Tesei. A distanza di quattro anni arriva il processo per i due tecnici che, a parere della procura della Repubblica, sarebbero gli unici responsabili dell’intera vicenda. Addirittura avrebbero indotto “in errore” gli amministratori di allora che erano  all’0scuro di tutto.