Caos sanità Umbria, carenza personale e incertezze mettono a rischio i servizi: in Valnerina postazioni guardia medica tagliate

L’ultimo grido d’allarme è arrivata ieri dalla professoressa Cristina Mecucci, responsabile della struttura complessa di Ematologia dell’Ospedale di Perugia: “Lavorare così è sempre più difficile, siamo sottorganico”. Pochi giorni prima era stato il Pd di Terni a denunciare che in questa parte dell’Umbria si sta assistendo ” ad una vera e propria destrutturazione e delegittimazione della sanità pubblica, con lunghe file fuori dall’ospedale per i familiari dei degenti, decine di posti letto nei corridoi, fondi pubblici mal utilizzati  come nel caso della nuova rianimazione ed ancora perdite di professionalità con molti dipendenti precari che hanno trovato lavoro a tempo indeterminato nelle regioni limitrofe, carenza di infermieri e totale disorganizzazione”.  Un mese fa la Cgil dell’Azienda ospedaliera di Perugia aveva denunciati i “gravi disservizi della radiologia e Follow-up traumatologico del Santa Maria della Misericordia” , sottolineando il “disagio e l’imbarazzo per le incertezze che si registrano sui livelli assistenziali, sulle capacità di risposta alle liste di attesa, sulle gravissime carenze di organico”. Questi sono solo in parte gli ultimi Sos arrivati dal nostro personale sanitario e dai loro rappresentanti sindacali, per non parlare di tanti pazienti costretti a posticipare visite ed esami. C’è anche chi deve fare due ore di macchina per fare una visita, come un 60enne di Norcia che si è dovuto recare addirittura a Castiglione del Lago. In Umbria c’è un vero allarme, con una carenza di personale che riguarda non solo gli ospedali ma anche la medicina del territorio. A tutto questo si aggiunge un circolo vizioso legato ai turni massacranti di chi oggi lavora in prima linea , spesso con diversi weekend lavorativi e difficoltà anche a fare le ferie. Per non parlare dei tanti professionisti che negli ultimi tempi hanno lasciato il pubblico per lavorare nel privato. La voragine, con il passare dei mesi, si allarga e i cittadini sono sempre più soli. L’ultimo esempio arriva dalla Valnerina, territorio isolato e alle prese con mille problemi dopo il terremoto del 2016. Un territorio di fatto rimasto senza servizi essenziali e con una popolazione anziana e lontana dagli ospedali della Regione. Ebbene, la direzione dell’Usl Umbria 2 avrebbe deciso di dimezzare le guardie mediche (unica risposta, ad eventuali emergenze, rimasta sul territorio). Sembra che dal 1 luglio prossimo non ci sarà più la guardia medica a Preci, Sellano, Cerreto di Spoleto e Monteleone di Spoleto. Una scelta in contrasto con il buon senso e con il diritto alla salute riconosciuto dalla Costituzione italiana; si potrebbe aggiungere anche molto discutibile sul piano etico. Ancora una volta viene colpito un territorio già spogliato dei servizi essenziali e con una popolazione costretta a subire scelte pesanti e ingiustificate. La salute non sembra più essere un diritto costituzionale per chi governa e gestisce oggi la sanità dell’Umbria. Eppure la salute è un diritto fondamentale di ogni persona e la Repubblica tutela la salute come diritto fondamentale dell’individuo e della collettività e garantisce le cure. Ma questo per chi governa la Regione e gestisce l’Usl Umbria 2 non rappresenta un problema.