Cosa c’è dietro i malumori della Lega umbra, accuse ai vertici e crisi di consensi: la vicenda Peppucci e non solo

Il centrodestra umbro brucia, la resa dei conti è appena cominciata. Le dimissioni della consigliera regionale Francesca Peppucci dal gruppo della Lega rappresentano l’ennesima guerra intestina. Quello che sorprende è il comunicato del segretario regionale della Lega Virginio Caparvi e del capogruppo Stefano Pastorelli, pieno di reprimende e strigliate. Un coacervo di parole in libertà per indicare nella Peppucci l’unica responsabile della brutta figura della Lega alle ultime elezioni comunali di Todi, dimenticando le figuracce leghiste alle elezioni comunali di Spoleto, Narni, Assisi e Città di Castello. I due vertici della Lega umbra dimenticano inoltre – quando invitano la loro ex collega a dimettersi dal ruolo di consigliere regionale se vuole essere coerente e credibile – quanto avvenuto più di due anni fa con il “salto della quaglia” del senatore Stefano Lucidi, eletto in Umbria con il Movimento cinque stelle e passato poi – dopo appena un anno e mezzo dalla elezione –  alla Lega di Matteo Salvini. C’è da dire, inoltre, che il malessere della consigliera Francesca Peppucci arriva da lontano, tanto che qualche mese fa “Umbria Domani” annunciò l’uscita di due consiglieri regionali dal gruppo di palazzo Cesaroni. Uno è avvenuto ieri, l’altro avverrà presto. In realtà dalla risposta di Caparvi e Pastorelli viene fuori un’autoreferenzialità da psicodramma. C’è il terrore di chi, dopo quasi tre anni di legislatura regionale, aveva promesso di rivoluzionare l’Umbria e oggi si trova invece nell’anticamera di un’irrilevanza politica. Così come si accentua – vedi vicenda Umbria Pride – la sensazione  dell’incomunicabilità tra la governatrice Tesei e il gruppo della Lega di palazzo Cesaroni. I brutti risultati di Todi, Narni, Spoleto e degli altri comuni dove si è votato hanno semplicemente accentuato conflitti latenti da mesi. Del resto proprio a Spoleto e Todi molti leghisti della prima ora si sono allontanati o sono stati cacciati dal partito su iniziativa del segretario regionale Virginio Caparvi. In altre parole, nulla accade per caso: le sconfitte della Lega in Umbria non sono dovute alla fatalità o a coincidenze che possono sembrare casuali. In realtà non c’è niente di tutto questo. Come ha ricordato la Peppucci ” non è altro che il prezzo che si paga a causa di una classe dirigente partitica prepotente, dove chi esprime il proprio pensiero è inevitabilmente allontanato e spinto ad abbandonare il partito”. I risultati deludenti raccolti nell’ultimo anno, la strategia di penetrazione di Fratelli d’Italia in terra leghista e l’inadeguatezza della classe dirigente stanno destabilizzando equilibri già vistosamente incrinati. Questa caccia al responsabile di un insuccesso è tipica di un partito e di una coalizione allo sbando. Il tema non sembra più solo la competizione tra Lega e Fratelli d’Italia che sta paralizzando la Regione dell’Umbria, ma riguarda la tenuta di una coalizione di governo locale e regionale divisa e conflittuale, dove la Lega sta diventando uno degli anelli deboli. E non si capisce come queste divergenze politiche e personali possano ricomporsi.