Congresso Pd, la sfida dei trentenni e i guai dell’Umbria: tensioni e diktat che fiaccano la comunità dem

Il Partito democratico ha fissato le tappe del congresso: si inizia il 7 novembre e si chiude con le primarie il 12 marzo 2023. Quindi il nuovo segretario nazionale sarà eletto nei gazebo a marzo. Prima ancora della primavera prossima saranno gli iscritti a votare per selezionare i primi due candidati che si sfideranno poi alle primarie aperte. Una road map congressuale che coinvolgerà anche i democratici umbri alle prese con diverse difficoltà e polemiche, non ultime la scelta delle candidature  parlamentari “decise a tavolino” a Roma. E’ stato lo stesso segretario regionale del Pd, Tommaso Bori, a denunciare il diktat romano. Saranno, quindi, mesi importanti per i dem dell’Umbria, non solo perché inizieranno “il percorso costituente del nuovo Pd” ma perché dovranno affrontare molti fronti interni e provare a ricostruire una comunità divisa e fiaccata dalle tante delusioni elettorali. Un disagio che, con tutta evidenza, non può essere risolto con l’ennesima conta interna. Sarebbe necessario un cambio di passo per affrontare meglio il lavoro di opposizione nelle principali istituzioni umbre. Insomma, cambiare passo per tornare credibili. Pochi giorni fa, a Roma, si è svolta una iniziativa degli under 35, quasi tutti amministratori locali, con lo slogan “Coraggio Pd”. ” Si deve dimettere non solo l’AD (Letta, ndr) ma tutto il Cda perché se uno si insedia promettendo giovani e donne e porta in Parlamento molti anziani e poche donne, invece degli occhi di tigre ci ritroviamo gli occhi di triglia ! Non funziona così”, ha detto Tommaso Bori segretario del Pd umbro nel suo intervento a Roma. Poi Bori avrebbe aggiunto che “quando un vecchio del partito mi mette la mano sulla spalla e mi dice ‘ a me non hanno regalato niente, me lo sono dovuto conquistare’, ecco seguiamo quel consiglio: prendiamoci questo partito”. Insomma, il clima si fa caldo e tutto può succedere. Resta il fatto che in Umbria – fino a pochi anni fa roccaforte della sinistra – i consensi scendono, non c’è un’alleanza e il Pd non ha ancora una chiara e credibile linea politica, almeno percepibile come tale dall’opinione pubblica.  Il rischio che corre il Pd è quello di vivere in una bolla, perché prima ancora di essere una questione di persone è una questione di idee. Dulcis in fundo: a Perugia la situazione del partito continua ad essere molto conflittuale; a Terni fra sette mesi si voterà per scegliere il nuovo Sindaco ma nel Pd tutto tace; ad Assisi i fastidi maggiori nei confronti della sindaca Stefania Proietti arrivano dal Pd; ad Orvieto è notte fonda con la segretaria dem Maria Flavia Timperi che si è dimessa; il congresso provinciale di Perugia (dopo quasi due anni di completo abbandono) si annuncia pirotecnico. Pesanti le motivazioni che hanno portato alle dimissioni della segretaria Maria Flavia Timperi: ” Logiche e meccanismi che mi auguravo relegati al passato si ripresentano con ostinazione ed il difetto di trasparenza, nella forma e nella sostanza, rende per me frustrante, oltre che sostanzialmente inutile, continuare a ricoprire questo incarico”. Se questi sono i presupposti non sarà semplice per i democratici umbri risalire la china.