Elezioni Umbria, trionfo di Fdi e tonfo della Lega: come cambiano gli equilibri. Male il Pd, il Terzo polo non sfonda

Le prime elezioni post-pandemia confermano, dopo le politiche del 2018, che l’Umbria vira a destra. Se quattro anni fa fù la Lega di Matteo Salvini a far decollare il centrodestra nella nostra Regione, questa volta i leghisti umbri dovranno accontentarsi di fare da gregari ai colleghi di Fdi. In una giornata segnata da un’astensione molto alta – quasi dieci punti in meno rispetto al 2018 – il centrodestra in Umbria si attesta intorno al 45,8% mentre il centrosinistra si ferma sul 26,9% . Come ampiamente previsto dai sondaggi, anche nella nostra Regione Fratelli d’Italia ha dominato la tornata elettorale ed è destinata a cambiare gli equilibri del centrodestra in Umbria. Il voto di ieri segna il tramonto dell’era berlusconiana, la fine del progetto della Lega e cambia in maniera significativa i rapporti di forza nel centrodestra. Alle ultime elezioni (2018) la Lega arrivò al 20,01% mentre Fratelli d’Italia conquistò un misero 4,9%: in poco più di quattro anni la situazione si è drammaticamente capovolta. Per non parlare delle elezioni Europee del 2019, quando in Umbria la Lega di Salvini si attestò addirittura al 38,2% dei consensi con Fratelli d’Italia che superò di poco la soglia del 6%. A distanza di pochissimi anni la Lega Umbria è finita sotto l’ 8%, 7,9% al Senato e 7,8% alla Camera dei Deputati. Un voto, quello di ieri, che decreta un tracollo per il Carroccio senza precedenti. Certo è che in Umbria, a cominciare dalla Regione, cambieranno radicalmente i rapporti dentro la coalizione tra Lega e Fratelli d’Italia. D’ora in avanti chi guarderà dall’alto in basso sarà Fratelli d’Italia, a cominciare dagli assetti regionali dove la Tesei è destinata ad un cambio di rotta immediato, per poi lasciare Palazzo Donini fra due anni. Non va molto meglio al Partito democratico che a livello nazionale è sotto la soglia psicologica del 20% e a livello regionale poco sopra: 21,5% al Senato e 20,9% alla Camera dei Deputati. Nel 2018 il Pd conquistò in Umbria il 24,8% dei consensi alla Camera dei Deputati mentre a livello nazionale si fermò al 18,7%: sei punti in più a Perugia e Terni rispetto a Roma. Questa volta la differenza è minima, appena due punti. In queste ore nelle chat dei dirigenti umbri del Pd si diffonde la delusione, la rabbia e l’ironia. Bori parla di “sconfitta nazionale” e ricorda che il risultato del Pd in Umbria è “sopra la media”. Una lettura che provoca molte perplessità negli stessi dirigenti e amministratori dem dell’Umbria. Del resto, neppure il calo consistente dell’affluenza  ha aiutato il Pd ad ottenere un maggior consenso. Tra l’altro, proprio oggi, il segretario Enrico Letta ha annunciato l’uscita di scena: ” Gli italiani e le italiane hanno scelto, e hanno scelto la destra. Serve un nuovo congresso, per un nuovo Pd, e io non sarò candidato”. Il tandem Calenda- Renzi anche in Umbria non supera la soglia psicologica del 10%: al suo esordio nella competizione delle politiche ottiene a livello nazionale il 7,7% mentre in Umbria intorno all’ 8%. Va meglio alla Camera dei Deputati dove si avvicina all’ 8,2%.  Lo stesso Carlo Calenda, dal suo quartier generale di Roma, afferma che “essere lontani dal 10% è una sconfitta”. La domanda che tutti si pongono ora è: quanta strada insieme faranno ancora i “ragazzi terribili” (Renzi-Calenda) ? Il Movimento 5 Stelle, invece, ha più che dimezzato i voti rispetto al 2018 ma alla fine riesce a portare a casa un buon 12,7%. Certo, rispetto al 27,5% di quattro anni fa i consensi spariti sono tantissimi ma alla fine si afferma come terzo partito dell’Umbria, subito dopo Fdi e Pd. Berlusconi in Umbria si avvicina di molto a Salvini, con Forza Italia che prende il 6,8% dei consensi alla Camera dei Deputati e il 7,2% al Senato. Anche in questo caso però c’è un calo di consensi significativo: nel 2018 Forza Italia salì all’ 11,2% , piazzandosi subito dopo la Lega. In quattro anni scende di ben quattro punti e perde tanti voti in termini assoluti. Di fatto, il voto di ieri archivia in Umbria il centrodestra che abbiamo conosciuto in questi anni, non solo quello del Popolo della Libertà, ma anche l’ultimo a trazione leghista, e consacra un nuovo centrodestra dove in molti dovranno accantonare le proprie ambizioni. Sull’altro fronte continua la crisi del Pd, con tanti errori tattici e strategici fatti e con il rischio di dividersi ancora di più.